Cronaca / Como città
Domenica 20 Ottobre 2024
Mancano farmacisti. Come gli infermieri scelgono la Svizzera
Salute Carenza di professionisti nelle attività lariane. L’Ordine verso il rinnovo delle cariche istituzionali. Il presidente: «Ora serve un cambio generazionale»
Manca poco meno del 10% dei farmacisti, pochi giovani vogliono stare dietro al bancone, preferiscono quasi tutti la Svizzera o l’industria farmaceutica e cosmetica. E del resto oltre frontiera la paga arriva senza troppi problemi a 7mila euro, qui invece si inizia da 1400.
In questi giorni l’Ordine dei farmacisti di Como si prepara a rinnovare i propri rappresentanti, dal lontano 1995 il presidente è Giuseppe De Filippis e il farmacista di via Vittorio Emanuele è pronto a candidarsi nuovamente. «Sono quasi trent’anni e non è un fatto del quale vado fiero – racconta De Filippis – serve un ricambio generazionale, l’ingresso di nuovi giovani. Avevo trovato dei possibili sostituti, ma per ragioni anche personali non c’è stato l’atteso passaggio del testimone. Quindi i colleghi dandomi ancora fiducia mi hanno domandato di presentare una lista, per l’ultima volta. Il problema più attuale per le farmacie è che mancano nuove leve. È complicato trovare dipendenti e collaboratori. Per ragioni legate alla remunerazione, di certo più attrattiva nella vicina Svizzera. Ma anche per le scarse prospettive, molti neo laureati guardano all’industria farmaceutica, alla cosmesi, non più alla tradizionale farmacia».
Il contratto nazionale è fermo da anni, diventare titolare è sempre molto complicato. A Como i farmacisti oggi iscritti all’Ordine sono poco più di 700, un dato abbastanza in linea rispetto agli ultimi anni e che però vede appunto una perdita di capitale umano dalle farmacie, a favore come detto delle industrie, del Ticino e del settore cosmetico. Sempre l’Ordine stima un fabbisogno di poco più di una cinquantina di nuovi farmacisti da inserire nella rete locale che conta 174 presidi farmaceutici.
Non bastasse c’è anche un calo delle iscrizioni iniziato già prima della pandemia nei corsi di laurea in farmacia, che hanno perso almeno una matricola su dieci nell’ultimo triennio, con una progressiva “femminilizzazione” della professione (tre iscritti su quattro sono donne). Come immaginabile sul mercato del lavoro tutto questo si traduce in una caccia al farmacista, entro un anno dalla laurea viene assunto l’84% dei neo farmacisti e quasi mai a tempo determinato, nel tentativo di tenersi stretti i nuovi dipendenti.
«Con la farmacia dei servizi però abbiamo fatto passi avanti, oggi offriamo i vaccini, ma anche esami cardiologici – dice ancora De Filippis – le grandi catene e il mercato online non ci hanno messo all’angolo. Preoccupa piuttosto la progressiva carenza di farmaci, medicinali dirottati verso altri Paesi anche per logiche di mercato».
La prima chiamata al voto per i farmacisti dell’Ordine comasco è fissata a inizio novembre, ma in genere come succede per i medici l’adesione è scarsa e servono altre convocazioni. Il mandato dura quattro anni. Anche i colleghi dell’Ordine dei medici di Como hanno negli scorsi giorni deciso di riconfermare come presidente Gianluigi Spata, che resterà così alla guida dei camici bianchi per un intero ventennio.
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