Mariella Enoc: «Vi racconto la mia amicizia con Francesco»

La testimonianza Manager della sanità cara al Vaticano: «Mi è stato tanto vicino da suscitare qualche gelosia»

«Francesco, un uomo di speranza».

Mariella Enoc, la procuratrice speciale dell’ospedale Valduce, ha visto Papa Francesco a Roma, al summit dei bambini, a metà febbraio e l’ha trovato come al solito, con il sorriso sul volto. Poi, saputo dell’aggravarsi delle condizioni di salute del Papa, ha seguito le notizie con apprensione. Stimatissima in Vaticano, Enoc poteva vantare con il Pontefice un rapporto di grande vicinanza.

Come una persona cara

«Ha sempre voluto si dicesse la verità sulle sue condizioni di salute, la situazione era delicata, pensarlo vivo e sofferente mi ha fatto pensare alla perdita di una delle persone a me più care e vicine che ho avuto nella mia vita – racconta – Papa Francesco è stato un Papa speciale. Con lui ho avuto un rapporto molto bello, intenso, di grande umanità. Lui mi ha voluto bene ed io certamente ho voluto tanto bene a lui. Mi ha molto sostenuta, dalle telefonate agli incontri, durante gli impegni, da lontano con una mail. Davvero mi sono sempre sentita appoggiata soprattutto nei momenti più difficili. Io so di averlo avuto vicino, a tal punto che questa vicinanza ha creato qualche gelosia».

Mariella Enoc ha diretto l’ospedale Bambin Gesù di Roma, per diretta volontà del Vaticano è stata una delle prime donne manager della nostra sanità. Una scelta fatta per dare slancio al famoso presidio pediatrico capitolino, proprio come ormai tredici anni fa è successo al Valduce. Enoc è a buon diritto uno dei punti di riferimento delle «legioni avanzate» di Bergoglio, che sostituisce la diplomazia delle armi con quella della carità e della solidarietà. Per esempio con le opere caritatevoli, con le missioni in Africa, con una sanità senza profitto, umana e accogliente.

Tante volte questo legame tra Enoc e il Papa è emerso, a più riprese la procuratrice ha messo in luce come questo papato abbia saputo «imprimere una svolta, un cambio di velocità», seguendo una strada luminosa, aperta, capace di sentire le esigenze del tempo.

Il dono della speranza

«Papa Francesco ha donato al mondo tanta speranza – così ancora Enoc – a tutti, cattolici e non cattolici. Ha consolato i cuori dei non credenti, di persone distanti dalla fede, si è dimostrato vicino a molte altre religioni, a diversi altri pensieri. Certo ha saputo tenere unita la chiesa, all’interno di una nuova chiesa talmente aperta che a volte non è stata compresa, a volte è stato mal interpretato. Ma del resto quando ci si apre così tanto e davvero con sincerità non ci possono essere di mezzo barriere, di nessun tipo. Papa Francesco è stato Papa, sì, ma prima è stato anche vescovo e prima ancora sacerdote e in tutto questo non ha mai smesso di essere un uomo».

Come tutti, fratelli e sorelle. Moltitudini di persone hanno seguito la sua voce con speranza, una speranza nei giorni scorsi ancora appesa ad un lumicino, sotto alle porte dell’ospedale Gemelli di Roma. «In questo momento delicato storico la sua voce ha significato per il mondo una speranza – conclude Enoc – Spero che la chiesa in futuro non perda questa luce».

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