Medici a gettone in ortopedia. Il primario: «Ho fiducia»

Ospedale Sant’Anna La misura ha l’obiettivo di fronteggiare la cronica carenza di sanitari. «Porterò con me tre nuovi giovani specialisti»

Per evitare una interruzione del pubblico servizio il Sant’Anna nel reparto di Ortopedia e Traumatologia deve con urgenza fare ricorso ai medici a gettone. Gli specialisti rimasti in forze all’Asst Lariana sono troppo pochi, l’ospedale spera di colmare il vuoto da agosto, quando è atteso l’arrivo di un nuovo primario, Michele Francesco Surace. È la prima volta che il principale presidio ospedaliero è costretto in via eccezionale a pagare una cooperativa esterna, società che la Regione ha cercato nei mesi scorsi di escludere dati gli alti costi e la scarsa affidabilità e che comunque è presente a Menaggio come al Valduce. Dal corrente mese di luglio peraltro i casi ortopedici lievi senza necessità di ricovero dal Sant’Anna vengono già inviati al Gaetano Pini di Milano e all’ospedale di Circolo di Varese, sempre per ragioni di carenza di personale. Ora questa mancanza di medici coinvolge anche le urgenze del Pronto soccorso.

«Il contratto con la cooperativa è stato un atto dovuto quale ulteriore supporto a garanzia del pubblico servizio - spiega Brunella Mazzei, direttrice sanitaria dell’Asst Lariana - certamente stiamo attraversando un periodo molto critico e ringrazio tutti coloro che ci stanno aiutando in questo difficile percorso, in primis la direzione generale dell’Asst Gaetano Pini che, inviando due ortopedici per due giorni alla settimana, per dodici ore. Tra loro l’ex primario, Marco Berlusconi, che già conosce l’ospedale». L’affidamento alla società Gap Med per gli ortopedici dovrebbe durare quindi solo luglio ed eventualmente agosto, ai gettonisti del resto gli ospedali pubblici pagano anche mille euro per turno creando disparità interne. È un affidamento deciso dai vertici dell’ex azienda ospedaliera che serve soprattutto a coprire le notti. Poi l’Asst Lariana conta di assumere quattro ortopedici e tre specializzandi, in vista di un concorso al quale si sono iscritti altri otto specialisti. Hanno invece già iniziato a lavorare due giovani medici in formazione, con altri sei specializzandi da inserire nel corso del mese.

«Io sono fiducioso – spiega Surace, il futuro primario – porterò con me altri tre giovani ortopedici che mi hanno già aiutato a risollevare due piccoli ospedali in provincia di Varese. All’università dell’Insubria sono direttore della scuola di specializzazione e abbiamo un buon numero di iscritti. Le risorse ci sono, quel che è mancato in questi anni sono i riconoscimenti economici. Sanitari e specialisti meritano compensi migliori. Il nostro un mestiere di grande responsabilità, non possiamo venire trattati come manodopera specializzata. Qui a Como però c’è un progetto importante, la direzione generale ci ha già dato ogni garanzia e supporto. Siamo stati bene accolti e questa mossa in via d’urgenza per il solo mese di luglio è stata fatta al meglio per necessità e in tempi stretti».

La carenza di medici però è un fatto che preoccupa la nostra sanità, tanti specialisti, ortopedici compresi, escono dal sistema pubblico e i reparti si litigano primari e intere equipé. «Non sono un entusiasta, credo nel lavoro duro – dice ancora Surace – però nonostante queste generalizzate difficoltà penso insieme ai colleghi di poter costruire un buon organico e un buon reparto. Senza paura di fare un po’ di chilometri nel caso in cui la direzione ci dovesse chiedere di aiutare anche gli altri presidi presenti in provincia di Como».

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