Meglio ridere per non piangere
Paratie, si ritorna davanti a un giudice
Ennesimo disastro di Pettignano & co

Il Comune doveva dare seguito a un accordo con la società Ghimas per l’area di Tavernola. Nessuno ha fatto nulla

La questione paratie torna davanti a un giudice. E la colpa è l’ennesimo disastro del Comune e del settore amministrato dall’assessore Francesco Pettignano, disastro che - tra l’altro - sta mandando su tutte le furie pure la Regione Lombardia.

La questione riguarda l’area di Tavernola che, nelle intenzioni di Infrastrutture Lombarde, dovrebbe essere utilizzata come terreno di stoccaggio dei materiali da far arrivare poi nel cantiere paratie via chiatta, anziché con l’utilizzo di camion.

Il progetto dimenticato

L’area - di proprietà regionale - è in concessione al Comune che a sua volta da anni l’ha data in uso a una ditta, la Ghimas, operante nei servizi subacquei. Che per quell’area non solo ha speso soldi, ma ha anche presentato un progetto di riqualificazione rimasto fermo per quasi quattro anni nei cassetti di Palazzo Cernezzi e, alla vigilia del via dei lavori per le paratie, tirato fuori giusto in tempo per bocciarlo. Da qui la decisione dell’azienda di fare ricorso al Tribunale amministrativo.

«Nel 2016 l’intesa con il Comune prevedeva il pagamento degli importi pregressi lasciati da una precedente società, il versamento di un’indennità - spiega il legale dell’azienda, l’avvocato Virginia Manzi - e in cambio la società ha presentato un project financing per la riqualificazione dell’area. Un progetto che l’azienda si è impegnata a fare, con i relativi costi e che è stato presentato nel 2017. Purtroppo è rimasto fermo in un cassetto, non è nemmeno stato istruito. D’improvviso quando la Regione ha chiesto l’area in questione per le paratie il Comune ha deciso di bocciare formalmente quel progetto. E a inizio mese ci ha intimato di liberare il terreno».

Secondo l’azienda già la scorsa primavera in sede di costruzione del bando era stata prospettata con la Regione una condivisione dell’area, 80% ai cantieri e 20% alla ditta con uno sbocco sul lago. «La Ghimas è sempre stata disponibile a consegnare a Infrastrutture lombarde tutti i metri quadrati necessari - dice ancora il legale - tant’è vero che a breve l’area sarà liberata. L’azienda ha impugnato davanti al giudice il diniego espresso dal Comune al progetto di riqualificazione dell’area. Era negli accordi e non abbiamo intenzione di abbandonarlo».

L’ira della Regione

Con l’area libera i cantieri potrebbero anche partire, ma la firma dal Comune non arriva. La Regione è più di due settimane che fa la voce grossa, sono volate vicendevoli accuse. Ciò nonostante gli uffici di Palazzo Cernezzi non consegnano ufficialmente l’area. «Non ostacoliamo i cantieri, l’area è già praticamente libera - dice Marco Ghirlandini, titolare di Ghimas - resistiamo per quanto ci spetta».

«Il Comune ha pasticciato e ora ha paura a firmare - attacca il sottosegretario regionale Fabrizio Turba - così si blocca un appalto da 13 milioni. Stanno scherzando col fuoco».

Le imprese che si sono aggiudicate i lavori per le paratie - senza ricorsi da parte dei concorrenti - sono Rossi Renzo Costruzioni (Venezia), Cgx (specializzata in cantieri portuali), Ranzato (impianti tecnologici) e la comasca Engeco. Ma sul via libera ai lavori resta l’incognita dei tempi.

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