Mense scolastiche, Rapinese alza le tariffe

Comune Dall’anno 2025-26 costi più alti e verrà eliminata l’esenzione per la fascia sotto i 3mila euro di Isee - Il sindaco: «Necessario per garantire la sostenibilità economica del servizio. Gli indigenti saranno tutelati»

Le tariffe delle mense scolastiche dall’anno scolastico 2025-2026 (non quindi, da settembre) subiranno dei rincari verso l’alto. Inoltre pagherà la fascia fino a 3mila euro di Isee che ora è esentata.

Lo ha deciso la giunta di Palazzo Cernezzi che ha approvato i nuovi costi per i singoli pasti dando però più di un anno di preavviso alle famiglie. Il punto di partenza è stata l’analisi degli uffici che ha accertato che il costo a carico dell’amministrazione per ogni pasto è pari a 7,14 euro (sostenuto solo in piccola parte dall’utenza) e dal decreto 201 del 2022 che consente la determinazione di tariffe agevolate solo per specifiche categorie di utenti in condizione di disagio economico o sociale, o diversamente abili, con corrispondente compensazione in favore dei gestori.

I numeri

Da qui la rivisitazione non solo delle tariffe, ma anche delle fasce Isee per l’applicazione di quanto dovuto, che diventano più numerose. La principale novità è che non esisterà più la gratuità per la più bassa, quella tra 0 e 3000 euro: il buono pasto tra un anno sarà per ogni bambino pari a 2 euro al giorno. La gratuità rimarrà tuttavia per coloro che sono seguiti dai Servizi sociali e, quindi, per famiglie fragili o in difficoltà economiche, che dovranno però passare dagli uffici di Palazzo Cernezzi non ottenendo più in automatico l’agevolazione. Da oltre 3000 a 7000 euro si sale da 2,48 a 3 euro e ancora da 3,97 a 5 euro (da oltre 7500 euro a 10mila). Tra i 10.001 e i 25mila euro si passerà da 4,97 a 6 euro, mentre da oltre 25mila a 35mila si salirà a 6,20 euro. Tariffa massima oltre i 35mila euro a 6,50 euro (attualmente è 4,97) valida anche per i non residenti. Confermata la riduzione del 25% per gli alunni disabili mentre lo sconto fratelli scende dal 25 al 15%.

«È un adeguamento per garantire, a partire dall’anno scolastico 2025-2026, la sostenibilità economica del servizio – spiega il sindaco Alessandro Rapinese -. Si tenga presente che il Comune di Como paga ogni pasto già ora 7,14 euro e la differenza rispetto a quanto versano le famiglie è interamente a carico della collettività. La norma è chiara, dice di tutelare le fasce più deboli e noi lo faremo come e meglio di molti altri Comuni che vengono indicati come un modello. Guardando invece al presente i nostri milionari pagano meno degli indigenti di Varese». Nella città giardino attualmente da 0 al 30mila euro la quota pasto è di 5 euro, che sale a 5,50 euro oltre i 30mila euro e per i non residenti con gratuità solo per i nuclei familiari presi in carico dai Servizi sociali.

Polemiche in vista

Il primo cittadino prosegue: «Chiunque dovesse avere difficoltà economiche abbiamo bene indicato indicato in delibera che può rivolgersi ai Servizi sociali e inoltre, al fine di agevolare la socialità tra bambini abbiamo deciso, per chi non ha rientro obbligatorio, di applicare la stessa tariffa prevista nei giorni obbligatori e questo è un grande servizio alle famiglie». Rapinese fa l’esempio di Busto Arsizio: «Lì superati i 6mila euro di Isee vengono addebitati 6,30 euro a pasto, noi applichiamo la tariffa di 6,20 a chi arriva a 25mila».

L’aumento certamente farà discutere, ma secondo il sindaco era inevitabile. E aggiunge: «Come nei parcheggi, abbiamo semplicemente eliminato delle storture del passato portate avanti da una politica che non sapeva decidere sulla base delle reali necessità, ma che semplicemente non aveva il coraggio di mettere ordine. L’ultimo aspetto, non meno importante, è che avendo introdotto per la fascia fino a 3mila euro di Isee il pagamento di una quota simbolica, questo renderà più responsabili le famiglie nel prenotare pasti e poi, magari, non presentarsi».

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