Si allarga la protesta sulla chiusura di un padiglione del mercato coperto: «Ai produttori spazi alternativi»

Como Cia chiede al Comune di predisporre una soluzione che dia continuità alla vendita

Si allarga la protesta per la chiusura del padiglione produttori del mercato coperto. Il Comune ha, come noto, motivato la decisione con la necessità di lavori di adeguamento della struttura. Di fatto, la situazione penalizza, e non poco, gli operatori (e anche i consumatori), anche perché, al momento, non c’è certezza sui tempi dell’intervento, né tantomeno sul bando comunale per l’assegnazione degli spazi (le concessioni sono definitivamente scadute lo scorso 31 luglio).

Leggi anche

Il contesto

«Siamo di fronte a una situazione pesante ed è doverosa la nostra solidarietà a tutte le imprese coinvolte in questa vicenda» dice Donato Campolieti, coordinatore di Cia Alta Lombardia. L’associazione critica le modalità di intervento del Comune: «Sarebbe stato opportuno prorogare le concessioni perlomeno sino all’avvio di questi lavori e in ogni caso sarebbe stato saggio prevedere spazi alternativi per i produttori sin tanto che la l’attuale struttura risulterà non utilizzabile - continua Campolieti - Va ricordato al sindaco Rapinese che l’attività agricola è soggetta a cicli produttivi che non si possono né sospendere, né rinviare ed è del tutto evidente che una decisione di questo tipo impatta in modo pesante su questo genere di imprese».

Tremila firme non hanno modificato il corso degli eventi: in consiglio comunale, settimana scorsa, il sindaco Alessandro Rapinese ha ribadito la volontà di intervenire all’interno del padiglione per rimetterlo a norma: «In autunno ci piacerebbe procedere con i lavori e quando lo avremo messo a posto faremo un bando di gara», ha dichiarato in aula.

Leggi anche

Cia è preoccupata anche per il futuro post cantiere. All’orizzonte c’è la predisposizione del nuovo bando per la concessione degli spazi. «Chiediamo all’amministrazione di adoperarsi affinché sia tutelata l’autonomia delle singole imprese - continua Campolieti - Sarebbe grave se, diversamente dal passato, il Comune pubblicasse un bando per selezionare un soggetto unico, le singole imprese, ovviamente se hanno i requisiti previsti dal regolamento, dovrebbero poter continuare ad avere titolo di entrare al mercato senza dover aderire a nessuna sigla associativa o sindacale. È comprensibile che il Comune punti ad avere un interlocutore unico, il Consorzio, come in passato, si costituisca però post assegnazione degli spazi. La distinzione può sembrare sottile, ma è sostanziale e siamo pronti a tutelare le imprese anche in sede giudiziale».

È l’ombra, par di capire, di un possibile ricorso alla giustizia amministrativa dopo l’istanza al Tar, questo sì già ufficialmente annunciata, del Comac (Consorzio mercato agricoltori comaschi) focalizzato però sulla decisione di Palazzo Cernezzi di non prevedere spazi alternativi per gli operatori nel periodo di stop imposto dai lavori.

Lavori rapidi

«Riteniamo che siano benvenuti i lavori, se necessari, e chiediamo che siano rapidi – così come la nuova gara di assegnazione – perché si possa ritornare ad acquistare il cibo “buono, pulito e giusto” direttamente da chi lo produce nel nostro territorio - dice intanto in una nota il Comitato Slow Food di Como - nel contempo, chiediamo che il Comune si attivi per assicurare senza interruzioni il servizio offerto dai produttori locali, trovando una sistemazione temporanea fino al completamento dei lavori di ristrutturazione. Facciamo nostra la preoccupazione dei produttori che partecipano al C e che, in questi anni, hanno consentito ai comaschi, ma non solo, di avere a disposizione dei prodotti locali e di piccola scala e, pertanto, più sostenibili».

© RIPRODUZIONE RISERVATA