Cronaca / Como città
Lunedì 02 Marzo 2020
Messe sospese altri sette giorni
E i fedeli si spostano in Ticino
Il Governo conferma lo stop alle cerimonie religiose in Lombardia. Ieri l’avvio della Quaresima in Duomo senza fedeli. Tanti collegati via web
Niente cerimonie religiose per altri sette giorni. Così ha stabilito il Governo, nonostante l’appello dei vescovi lombardi che chiedevano la possibilità di celebrare alla presenza dei fedeli nei giorni feriali. Confermata, invece, l’apertura delle chiese per la preghiera purché l’ingresso ai visitatori sia contingentato.
L’appello di monsignor Cantoni
E dopo il mercoledì delle Ceneri anche la messa pontificale della prima domenica di Quaresima si è svolta a porte chiuse. Nessun fedele in Duomo, ma soltanto il vescovo Oscar Cantoni con alcuni sacerdoti del capitolo della Cattedrale. In tanti hanno seguito la celebrazione collegandosi via internet ai canali social della Diocesi o in tv. E il vescovo nell’omelia ha parlato del Coronavirus. «Purtroppo - ha esordito - la celebrazione avviene a porte chiuse, ma si diffonde ovunque da questa nostra Cattedrale fino a raggiungervi nelle singole abitazioni per significare che Dio non abbandona mai il suo popolo e va in cerca di lui, continuamente lo sostiene con la sua Parola e lo nutre con il pane di vita, frutto del sacrificio di Cristo, che oggi possiamo ricevere nella comunione spirituale. Nulla, quindi, ci può separare dall’amore di Dio, nemmeno le nostre distanze, tanto meno il “Coronavirus”, che in queste settimane sta segnando la nostra vita, blocca ogni nostro progetto, personale e comunitario, e continua a lasciarci pieni di smarrimento e di paura». E ancora: «Vi invito, innanzitutto, a vivere la crisi con un sano realismo, ma senza incubi, accettandola non come una semplice perdita (e lo è in tanti settori, a partire dalla economia, ma ancora di più, nelle nostre relazioni interpersonali), come una vera, insperata opportunità».
Ha ricordato medici, infermieri e operatori sanitari oltre ai malati e ha invitato tutti a seguire le indicazioni: «Non aspettiamoci che Dio intervenga con soluzioni miracolistiche, quasi che non siano necessarie le cure mediche e non più obbligatorie le diverse precauzioni segnalateci. Sottostiamo con docilità alle indicazioni che ci vengono via via indicate. È un segno di umiltà, ma anche di alta responsabilità».
Intanto proprio lo stop forzato alle messe nel Comasco sta creando i “frontalieri della messa”. Non sono una massa, ma sono in crescita i fedeli che, per fede e per devozione, oltrepassano il confine verso il Canton Ticino per assistere “dal vivo” ad una celebrazio . L’anteprima, già nel Mercoledì delle Ceneri 2020: per esempio,mai tanti fedeli alla funzione celebrata nel santuario di Santa Maria dei Miracoli a Morbio Inferiore, otto chilometri dalla frontiera comasca- ticinese. Ai devoti locali, si sono aggiunti fedeli provenienti dalla nostra fascia di confine che non hanno voluto rinunciare alla cerimonia. E soprattutto ieri e l’altro ieri, si è accentuato il “frontalierato della messa”.
Tante auto italiane
Non è nuovo: da sempre, nelle aree confinanti, è in atto l’interscambio di pellegrini e di fedeli: a Morbio, per esempio, era tradizione l’annuale pellegrinaggio, a piedi, da Uggiate e al santuario di Somazzo non sono mai mancati pellegrini del Mendrisiotto. Ma in alcune chiese, a Novazzano, a Balerna, a Chiasso, si è registrato fino al doppio delle presenze consuete alle messe della prima domenica di Quaresima e fuori sono state notate auto con targa italiana in numero superiore a quelle dei ticinesi. Anche oltreconfine, sono osservate le prescrizioni in vigore in Italia: acquasantiere vuote, niente segno della pace, particola della Comunione in mano.
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