Cronaca / Como città
Giovedì 13 Aprile 2023
Migranti nella sede della Croce Rossa e dalla Svizzera. Il sindaco: «Como ha già dato»
Immigrazione Lunedì ne arrivano cinquanta a Lipomo. E dal confine minacciano di rimandarne in Italia trecento. Rapinese: «Già troppi minori». La Lega: «Ci pensi l’Ue»
Migranti, torna lo stato d’emergenza, per il sindaco Alessandro Rapinese «Como ha già dato abbastanza». Deliberato lo stato d’emergenza per l’aumento dei flussi migratori, il governo fino a maggio ha sospeso gli accordi di Dublino bloccando in Svizzera circa 300 richiedenti asilo da riconsegnare all’Italia. Le autorità svizzere promettono di restituirci presto il favore. Nel frattempo il comitato di Como della Croce rossa attende l’arrivo a giorni di una settantina di migranti, da ospitare all’interno della sede di Lipomo.
Il nodo dei minori
«Como ha già pagato e paga sul tema migranti un prezzo altissimo – dice il sindaco Rapinese – è uno dei Comuni italiani che si fa carico a sue spese del più alto tasso di minori stranieri non accompagnati. L’Italia è un grande Paese, mi appello al governo perché ridistribuisca in maniera omogenea gli arrivi. Io di sicuro qui non metto mezza firma per aprire centri d’accoglienza».
Sulla Croce rossa, fintanto che siamo entro i confini del Comune di Lipomo, Rapinese non ha nulla da dire. Anzi ben venga se anche i paesi della provincia fanno la loro parte. E la Svizzera? «Spero che il governo sappia gestire bene la partita – spiega Rapinese – non è una cosa che mi compete. Certo mi pare che i partiti da anni non sappiano gestire il tema migranti, quando bisognerebbe farsi valere e iniziare a espellere chi non ha le carte in regola». L’amministrazione comunale, per quel che può, si opporrà come detto a nuovi centro d’accoglienza, niente situazioni emergenziali sul territorio cittadino.
Quanto al centrodestra comasco, pur preoccupato dalla nuova possibile ondata di migranti, non usa i toni allarmanti che invece aveva spesso rilanciato durante gli anni scorsi. Del resto oggi Lega e Fratelli d’Italia siedono al governo. «La distribuzione dei migranti tocca tutti, non solo l’Italia, ci deve pensare l’Europa – commenta Laura Santin, segretaria provinciale della Lega – come pure la Svizzera, il peso dei nuovi arrivi non deve ricadere solo dal nostro lato del confine». Per il deputato leghista Claudio Borghi si sentirà l’effetto della stretta del governo: «Con il decreto Cutro, alzando la voce, dovremmo essere riusciti a mettere una pezza ai decreti sicurezza. Metteremo in piedi uno scudo».
Davanti ad ogni ondata migratoria le ricette della sinistra come della destra sono entrate in crisi. «Vero, questo governo però sta ottenendo migliori risultati sul piano delle trattative internazionali – dice Stefano Molinari, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia - Occorre, come sta facendo l’esecutivo, bloccare gli sbarchi e ricollocare gli irregolari. Altrimenti noi, sul confine, rischiamo di pagare lo scotto maggiore».
Non è la soluzione
La Croce Rossa comasca intanto ha fatto appello a volontari e soci per dare una mano nella gestione dei migranti, anche i medici attraverso l’Ordine sono stati allertati. «Francamente non mi pare la soluzione più adatta – spiega Molinari – penso ci siano sedi migliori rispetto a quella di una Croce rossa locale». Dall’altra parte dell’arco parlamentare non manca qualche stoccata. «I trattati vanno rispettati – dichiara Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd - sull’accordo di Dublino il governo Meloni torni subito sui propri passi ed eviti tensioni inutili con la Svizzera. Non possiamo permettere che le ottime relazioni con i nostri vicini risentano di decisioni ideologiche prese dal governo».
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