«Milano-Meda, no pedaggi ai comaschi»

Mobilità Oggi in aula la mozione del consigliere pd Angelo Orsenigo. Gaddi: «Non si può sempre “tariffare” tutto»

Si aprono spiragli per evitare che le migliaia di comaschi (e non solo) che ogni giorno usano la Milano-Meda per raggiungere il capoluogo regionale o i Comuni dell’hinterland si ritrovino dal 2027 a dover pagare un pedaggio. L’assessore regionale a Università e Ricerca, il comasco Alessandro Fermi, parla infatti di «agevolazioni con l’obiettivo di arrivare alla gratuità per chi la usa come tangenziale».

Oggi il tema arriverà in consiglio regionale con una mozione dell’esponente Pd Angelo Orsenigo (che contesta duramente il pedaggiamento) e nel frattempo la politica si è messa in moto e non è escluso che sul documento si possa trovare una mediazione attraverso degli emendamenti. Sul punto, però, sarà tutto definito oggi al Pirellone.

Fermi intanto spiega: «Ho parlato con l’assessore Terzi (ha la delega alle Infrastrutture, ndr) e quello del pedaggio sulla Milano-Meda è un tema che ovviamente conosciamo e sui cui c’è aperto un tavolo di confronto. Si sta lavorando sul preservare chi utilizza la strada come tangenziale nel tratto tra Lentate sul Seveso e Bovisio Masciago rispetto alla viabilità locale».

Obiettivo gratuità

Quindi aggiunge: «Chi percorre tutta la Pedemontana (ad esempio da e per Malpensa, ndr) pagherebbe anche il tratto aggiuntivo, mentre per chi la usa come tangenziale, compresi i cittadini comaschi (tanti sono quelli che entrano a Lentate, ndr) stiamo cercando di agire per avere agevolazioni con l’obiettivo della gratuità».

Solo poche settimane fa il numero uno di Pedemontana durante un’audizione in Regione aveva fornito anche alcune indicazioni sui volumi di traffico della superstrada rilevati nel 2023 e le previsioni per il 2035, quando l’autostrada Pedemontana sarà a pieno regime.

Cosa dicono i numeri

Nel dettaglio sulla statale 35 a Varedo nell’ora di punta del mattino sono pari a 4.018 veicoli verso Milano e 3.586 in direzione Como. Nello stesso tratto e alla stessa ora, ma nel 2035, lo scenario prevede 4.159 auto verso Milano e 3.817 verso Como. Nessun peggioramento, quindi, secondo i vertici della società. In ogni caso tante amministrazioni locali, del Milanese ma anche del Comasco, sono sul piede di guerra.

La consigliera regionale di Fratelli d’Italia Anna Dotti si dice contraria al nuovo balzello. «Gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini non è la soluzione migliore, è assurdo pensare di salassarli ulteriormente – le sue parole -. Va cercata assolutamente una soluzione alternativa analizzando la situazione in essere e i contratti, ascoltando le istanze dei sindaci del territorio che riflettono quelle dei cittadini ed utenti e capire quale sia la strada migliore, di sicuro non quella di chiedere ancora una volta che a pagare (in tutti i sensi) sia la popolazione». Il collega di Forza Italia Sergio Gaddi, che è anche segretario provinciale degli azzurri è dello stesso avviso: «Io sono contrario al pedaggio, avevo già espresso anche in passato questa posizione, soprattutto perché diventa una situazione senza alternative (la vecchia Comasina è molto lenta e attraversa letteralmente tutti i Comuni, ndr) perché la Milano-Meda è sempre stata gratuita e quindi non si vede il motivo per cui oggi debba avere un onere ulteriore. Detto questo aspetto comunque di capire e di vedere le motivazioni e i dati per la sostenibilità effettiva dell’opera, ma con un approccio di diffidenza rispetto a un ulteriore pedaggio e mi auguro che si possa trovare una soluzione per non applicarlo. La tendenza di dover tariffare qualsiasi cosa non è assolutamente condivisibile considerando soprattutto le opere già finanziate in modo significativo con le risorse pubbliche».

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