Cronaca / Como città
Venerdì 17 Gennaio 2025
Minorenni in strada di notte sottozero. I Carabinieri cercano un tetto, nessuno risponde
La storia Due ragazzini trovati in stazione dopo mezzanotte: «Fuori si gela, fateci restare». Comune ed emergenza freddo non rispondono, soltanto don Giusto apre la sua parrocchia
Se è vero che «la legge vale anche a Rebbio» (cit. sindaco Rapinese), a volte alle istituzioni fa comodo che a Rebbio la legge di riferimento, più che quella dello Stato, sia dettata dalle parole di Matteo 25, 35: “ero straniero e mi avete accolto”. Soprattutto quando le istituzioni, Carabinieri a parte, restano in silenzio di fronte a due ragazzini minorenni costretti a trovarsi un posto dove dormire, di notte, con le temperature sottozero. Dalla parrocchia di don Giusto arriva l’ennesima riprova che quei locali, oggi, sono un punto di riferimento per le stesse forze di polizia alle prese con emergenze sociali e umane.
La richiesta di aiuto
Stazione di Como San Giovanni, ore una di giovedì mattina. Una pattuglia di un’agenzia di sicurezza privata, incaricata di controllare i locali, trova due ragazzini stranieri, entrambi minorenni, all’interno della stazione. I due chiedono loro di poter restare perché fuori si gela e perché non hanno la più pallida idea di dove andare a dormire, in una città che non conoscono. In quello che, verosimilmente, è un viaggio verso il Nord Europa.
Arrivano i Carabinieri della Radiomobile. Prendono in consegna i due ragazzini e si mettono a caccia di un’alternativa, per impedire che siano costretti a dormire all’aperto in una notte così fredda.
I militari cominciano a chiamare tutti i numeri di riferimento esistenti per affrontare simili situazioni. Ma dai riferimenti comunali a quelli di “emergenza freddo”, nessuno risponde. Cellulari staccati o telefoni che suonano a vuoto. Unici a rispondere i volontari della Croce Rossa di Lipomo, che però possono accogliere soltanto maggiorenni. E quindi «ci spiace».
Due ore di ricerche
La pattuglia avrebbe anche bussato alla porta del dormitorio di via Borgovico, dove sono operativi i posti letto di “emergenza freddo”. Ma non c’è segno di vita e nessuno apre. A vuoto restano anche le chiamate ai vari centri di accoglienza minori della città. Anche gli agenti della polizia locale pare siano stati chiamati, ma i contatti a loro disposizione sono gli stessi di quelli dei carabinieri. Quindi, zero risposte.
Dopo circa due ore di tentativi, l’ultima spiaggia. Rebbio. Tutti hanno il telefono cellulare di don Giusto della Valle. Il quale, a qualsiasi ora del giorno e della notte, risponde a chi lo cerca. I carabinieri spiegano la situazione, ricostruiscono velocemente i tentativi fatti, raccontano di quei due minorenni infreddoliti ai quali bisogna trovare un posto letto.
Don Giusto ascolta e, alla fine, risponde semplicemente: «Va bene, portateli qui da noi». Così nel cuore della notte la pattuglia del nucleo radiomobile raggiunge la parrocchia di Rebbio, fa scendere i due giovanissimi, i due militari ringraziano il parroco e si allontanano. Anche per stasera problema risolto. E poco importa se i numeri di capienza massima nei locali della parrocchia sono rispettati oppure no: almeno, in questo angolo di città, le forze di polizia (Carabinieri e Questura primi fra tutti) sanno che c’è sempre un prete pronto a dare una mano a loro e, soprattutto, a chi è straniero e chiede di essere accolto.
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