Morti, Como prima
da tre settimane. Ieri altri venti casi

Tasso dello 0,05%, come la provincia di Varese e 276 decessi registrati dallo scorso 3 novembre. 842 nuovi positivi nonostante il calo dei tamponi

Altri 842 contagi e 20 decessi, insieme a Varese siamo la provincia più piagata dalla pandemia. A fronte di 32mila tamponi ieri sono risultati positive in Lombardia altre 5289 persone, con un tasso di contagio in discesa.

I principali ospedali della nostra provincia sono ancora in difficoltà, ma i ricoveri a livello regionale stanno calando. Non calano però ancora i lutti nel comasco, ieri i cittadini spirati sono stati 140 a livello regionale di cui 20 nel comasco, due dei quali in città. Sono 276 i comaschi deceduti per colpa del Covid negli ultimi venti giorni, 963 da marzo. La nostra provincia in quanto a lutti è la più segnata insieme a Varese, prima di Monza e di Milano.

Il confronto

Tra il 3 e il 23 novembre nel territorio lariano sono spirate 276 persone contagiate dal virus, un bilancio drammatico che è pari al 30% circa del totale dei decessi contati dall’inizio della pandemia. Un mese nero, le ultime due settimane in particolare sono state le più tremende. Il tasso di incidenza dei decessi rispetto agli abitanti nel comasco a novembre è pari allo 0,05%. La stessa cifra vale per Varese, la provincia insieme alla nostra più di tutte martoriata dalla seconda ondata della pandemia, 431 decessi su 892mila abitanti, dunque 0,05%. In termini assoluti i numeri sembrano più spaventosi a Milano, 1320 decessi a novembre, ma che rapportati per i 3 milioni e 300mila abitanti danno un tasso di incidenza leggermente inferiore, 0,04%. È così anche a Monza, 354 lutti su 878mila residenti, 0,04%. Seguono Pavia e Sondrio, rispettivamente 162 e 63 lutti, con un tasso percentuale pari a 0,03%, quindi Lecco e Mantova, di nuovo 70 e 71 decessi che stando ai residenti rappresentano uno 0,02%.

Gli altri territori della Lombardia hanno un conteggio meno crudele, sono 111 i lutti registrati a Brescia, 60 a Bergamo, 29 a Lodi e 28 a Cremona. «Bergamaschi e bresciani già duramente colpiti dalla prima ondata sono forse più immuni – ragiona Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei medici di Como – rispetto ai comaschi e ai varesini meno toccati in primavera». E’ poco convinto Spata circa le altre tesi che vogliono Como e Varese territori di frontiera tra la Svizzera, dove il contagio corre e Milano, la grande metropoli che attrae buona parte della forza lavoro.

La circolazione

La circolazione del virus è ormai molto diffusa ovunque. Qualcosa ci sfugge. E’ noto che una parte consistente dei decessi della seconda ondata riguarda le Rsa. Era già accaduto del resto la scorsa primavera. Su una cinquantina di strutture per anziani sparse nel comasco si sono contati focolai in oltre la metà delle residenze, molte hanno pianto dei morti. Non è mai stato reso pubblico però un bilancio ufficiale dalle autorità. Abbiamo imparato come i grandi anziani con gravi patologie alle spalle siano l’obiettivo preferito dal maledetto virus.

Negli ultimi giorni però l’impressione è che l’età media si stia un poco abbassando. Ieri tra i deceduti comaschi una perona aveva tra i 25 e i 49 anni. Il 18 novembre è spirato un uomo comasco di 47 anni, il giorno successivo una persona con meno di 50 anni e il 22 novembre altre due persone tra i 25 e i 49 anni. Alcuni decessi under 50 si sono verificati all’ospedale di Erba, non al Sant’Anna e al Valduce, si tratta di persone con delle co-morbidità, affette da altre patologie. Secondo medici ed esperti nel caso il fattore di rischio maggiore sono le patologie pregresse croniche, problemi di tipo cardiocircolatorio, oncologico, diabete.

Fino ad ora dall’inizio della seconda ondata i decessi nel comasco per Covid hanno interessato in poco meno di nove casi su dieci persone over 75, con una mediana pari ad 83 anni. I restanti lutti hanno toccato cittadini in età compresa tra i 65 e i 74 anni per circa l’8% ed un 4% persone tra i 50 e i 64 anni. Non mancano in altre province anche casi pur isolati di giovani caduti per colpa del Covid.

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