Cronaca / Como città
Sabato 04 Gennaio 2020
Natale e Capodanno, feste senza i taxi
Turisti costretti a chiamare la polizia
Nessun mezzo pubblico a San Silvestro - Gli agenti: «Al Radiotaxi non rispondeva nessuno» Il questore: «È un servizio che non può mancare mai»
«Una città turistica non può permettersi di restare la notte di Capodanno senza mezzi pubblici né taxi». Nella diatriba per la carenza di auto bianche a Como entra in campo anche il questore, Giuseppe De Angelis. E lo fa prendendo spunto dalla testimonianza di una funzionaria della Questura che, la notte di San Silvestro, era impegnata nei servizi di sicurezza per le strade della convalle, prese letteralmente d’assalto da decine di migliaia di persone giunte in centro per il brindisi dell’ultimo dell’anno e per lo spettacolo pirotecnico.
«La mattina dell’1 - è il racconto di Antonella De Guio, dirigente in servizio in Questura - siamo stati fermati da tantissimi turisti, soprattutto famiglie con bambini, particolarmente preoccupate perché non riuscivano a trovare un taxi per poter uscire dalla città e di tornare nei propri alberghi. Io stessa mi sono messa al telefono per cercare di chiamare il radiotaxi, ma non ha risposto nessuno e dopo pochi minuti la linea cadeva».
Soltanto 45 licenze
La fotografia della Como turistica nella notte più affollata dell’anno è presto fatta: bus di linea fermi da ben prima della mezzanotte, treni ovviamente fermi fin da oltre un’ora prima dello scoccare dell’anno nuovo e zero taxi in giro per la città o comunque disponibili per quelle persone che, nel pomeriggio, erano arrivate in convalle con i mezzi pubblici. «Molti turisti - è il racconto del questore - hanno chiesto ai nostri agenti di poterli accompagnare. E lo avremmo anche fatto volentieri, non ci fosse un problema di assicurazione che ci impedisce di farlo». Ma, com’è noto, non sono certo le auto della polizia a dover attivare il tassametro.
Il problema della carenza di taxi in città era emerso anche la scorsa estate, quando muovendo dalle lamentele giunte soprattutto dagli albergatori, il Comune di Como - nella persona dell’assessore al Commercio Marco Butti - aveva lanciato l’ipotesi di una revisione dei numeri delle licenze che, in città, sono complessivamente 45, un numero che fa riferimento a un regolamento vecchio di vent’anni. Se si pensa che - stando ai dati elaborati dalla Camera di Commercio di Como - le presenze di turisti in città sono aumentate dal 2007 di quasi il 40%, è chiaro che quei numeri rischiano di non rispondere più alle esigenze di un territorio come il nostro. Soprattutto nei periodi di grande afflusso di turisti.
«Servizio essenziale»
«Parliamo di concessioni pubbliche - commenta il questore De Angelis - Quindi sono servizi che devono essere garantiti sempre, anche e soprattutto nei giorni di festa». Sempre il questore ha ricordato come a Milano i mezzi pubblici sono stati garantiti fino alle 2 del mattino: «Ormai la nostra città deve avere servizi analoghi, visto l’afflusso di turisti».
«I servizi di linea urbani del 31 di ciascun anno - fa sapere dal canto suo Asf - prevedono la non effettuazione delle ultime due corse delle linea 1 da Ponte Chiasso (ore 23.45 e 00.15) e le 2 da San Fermo (ore 23.03 e 23.33) a causa dei problemi viabilistici e di sicurezza che si creano sul lungolago già dalle ore 23 in attesa dei fuochi artificiali».
Un tema, quello della carenza di taxi, già sollevato a dicembre da un esercente comasco che lamentava come, soprattutto nei weekend e di sera, trovare un’auto disponibile sia un’impresa. «E in alcune occasioni - aveva detto - sono stato costretto a riaccompagnare i clienti io in auto nei loro hotel». I poliziotti non hanno potuto fare altrettanto. «Ma avremmo voluto».
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