Navette e parcheggi per i frontalieri: «In un anno quattromila nuovi posti»

Mobilità Il direttore della società BusForFun Ch interviene su caos e disagi a ridosso del confine. «Fenomeno da governare, anche con i Comuni. Per il 2026 puntiamo ad avere 12mila utenti»

Parcheggi di supermercati a ridosso dell’autostrada o della dogana pieni già all’alba di auto in larga parte di frontalieri. Il caso è esploso in zone come Rebbio (su tutti la questione, con annesse proteste dei clienti del negozio, della Lidl di via Cecilio), ma la situazione è complessa anche a Monte Olimpino e Tavernola. E le cose, anche in vista dell’introduzione della tassa di collegamento (che scatterà oltreconfine dal 1 gennaio del 2025) sono destinate a peggiorare. Più restrizioni ai lavoratori che ogni giorno si recano in Svizzera, ma anche incentivi per fare in modo che lascino le auto in Italia e, questo, con buona pace di chi poi non trova parcheggi in stazione o nei supermercati perché già tutti occupati al mattino molto presto.

Tassa di collegamento e incentivi

«La Svizzera - spiega Gianmatteo Toson, direttore operativo di BusForFun Ch Sa, azienda che si occupa di mobilità transfrontaliera e gestione parcheggi - dovrà affrontare una grossa problematica legata ai parcheggi con la tassa di collegamento che significa, per ogni azienda, 3,80 franchi al giorno per ogni stallo. Per questo sta cercando di portare il problema in Italia e gli effetti sono quelli che vediamo a Como e non solo, in zone comode per il car pooling». Va anche detto che diverse società svizzere stanno applicando incentivi economici ai propri dipendenti che scelgono di condividere l’auto: ad esempio chi va a Lugano prende 0,30 franchi per ogni chilometro percorso insieme. Soldi extra non trascurabili se si pensa che andata e ritorno al giorno da Como sono pari a 60 chilometri.

Ecco allora che la società BusForFun Ch (quella italiana è partecipata al 40% da Fnm e, per fare degli esempi, gestisce i parcheggi ufficiali dello stadio di San Siro o la mobilità della nuova arena di Campovolo) si sta muovendo con lo scopo di governare il fenomeno. «Puntiamo - prosegue Toson - a portare le persona dall’Italia verso la Svizzera con il treno e con le navette. Stiamo quindi cercando delle aree private in modo da predisporre servizi organizzati. Entro giugno contiamo di definire accordi per circa 4mila posti in aree completamente private (principalmente nei Comuni di cintura e alcuni nel capoluogo, ndr) per favorire gli scambi ferro-gomma o gomma-gomma, il tutto con un codice di prenotazione del parcheggio allegato al ticket per il treno o alla navetta aziendale». Il servizio con le navette (in diversi casi pagate dalle società svizzere che si servono di frontalieri) è già attivo in alcune zone dell’Olgiatese e di Varese e, attualmente, è utilizzato «da circa 700 persone al giorno».

Aree private e supermercati

L’obiettivo della divisione elvetica della società di trasporto è quello di arrivare «nel 2025 con 4mila utenti e, nel 2026, salire a quota 10-12mila persone che si rivolgono a noi per la mobilità transfrontaliera».

Il primo passo - come detto - è quello delle aree private, mentre il secondo guarda a Comuni e grande distribuzione. «Abbiamo intenzione in una fase successiva - spiega il numero uno di BusForFun Ch - di contattare la grande distribuzione e il Comune in modo da poter chiedere, soprattutto per quelle che hanno spazi ad uso pubblico, di regolamentare la situazione attraverso sistemi di riconoscimento dei veicoli autorizzati oltre a operazioni di marketing con i supermercati, ad esempio sconti a chi fa poi anche la spesa».

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