Cronaca / Como città
Venerdì 15 Novembre 2024
Negli ospedali comaschi mancano 450 letti
Sanità La carenza rispetto agli standard regionali. Dal 1996 a oggi la capienza è più che dimezzata e dalla pandemia ne sono stati persi 109. «Ma oggi le cure sono diverse e le degenze più brevi»
Dalla pandemia abbiamo perso 109 letti d’ospedale, rispetto agli standard ne mancano 450 e rispetto alla media regionale 240.
La premessa che fanno tutti i primari e i medici nei reparti è che la scienza compie di continuo grandi passi in avanti e che quindi c’è meno bisogno di ricoverare i pazienti e le degenze sono più rapide. Fa comunque abbastanza impressione sapere che nel 1996 la provincia di Como poteva contare su 3.668 letti d’ospedale tra ordinari e day hospital, mentre l’ultimo dato pubblicato dal ministero (2022) della Salute ne riporta 1.737. Vuol dire aver perso il 53% della capacità totale. Il calo è stato costante, c’è stata una perdita di circa 200 letti nel passaggio dal Sant’Anna vecchio a quello nuovo, poi un recupero abbastanza vistoso nell’anno della pandemia. Rispetto al 2019 comunque abbiamo perso più di cento letti.
Se è vero che ricoveri e cure sono molto cambiati è altrettanto vero che gli ospedali a Como sono sottodimensionati rispetto alla popolazione residente (il rapporto dovrebbe essere di 3,7 ogni mille abitanti). In teoria quindi mancano circa 450 letti, ma i nostri numeri sono anche sotto la media regionale. Per cogliere le dimensioni del fabbisogno, il Valduce intero ha poco meno di 300 letti: servirebbe insomma un nuovo ospedale. Per raggiungere invece la media regionale dovremmo allestire 240 letti in più.
Le altre città
Fanno peggio territori come Mantova e Monza, che pure gravita attorno a Milano, città che invece come Pavia supera gli standard minimi. Siamo poco sopra Varese e sotto Lecco, Cremona, Sondrio, Bergamo e Brescia.
Se si analizzano inoltre i soli letti ordinari offerti dal servizio pubblico rispetto al numero dei cittadini residenti, la nostra è l’ultima provincia lombarda. Compensa in parte il privato, che ha superato il peso della Regione e dello Stato (55%). È un fatto che non accade in nessun’altra provincia lombarda. La fonte in quest’ultimo caso è la Regione.
Le richieste
La carenza di posti letto era già stata più volte rimarcata dalla precedente dirigenza dell’Asst Lariana, tanto da chiedere alla Regione cento letti per via Napoleona. Quindi dopo il 2022 la riforma tramite Pnrr ha messo in campo gli ospedali di comunità, con una ventina di letti a testa per pazienti non acuti o lungodegenti anziani. Una novità già attiva a Mariano Comense che in città dovrebbe funzionare dalla primavera del 2025. Ma non sono numeri tali da cambiare radicalmente la situazione. Anche perché nel frattempo il Valduce ha chiuso la Pediatria, mentre Menaggio ha congelato i reparti per le urgenze e la Psichiatria, servizi che difficilmente ripartiranno. La nuova direzione dell’Asst Lariana sta cercando di rafforzare il nuovo Sant’Anna, ha aperto un dialogo in Regione per cercare di capire se c’è modo di ampliare reparti e strutture, non è però certo un obiettivo semplice.
Avere più posti letto permetterebbe di ricoverare con più facilità dai Pronto soccorso, sempre intasati, consentirebbe anche di dimettere in reparti per non acuti gli anziani lungo degenti che altrimenti restano in corsia molti giorni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA