Cronaca / Como città
Lunedì 13 Gennaio 2025
Nei Comuni lariani 1.333 defibrillatori. In città 213 censiti
Focus Soltanto 6 paesi senza apparecchi registrati. Molti gli strumenti donati da privati o associazioni
In caso di arresto cardiaco la tempestività nei soccorsi è tutto. E se l’infarto si verifica in strada o in luogo aperto al pubblico a fare la differenza, oltre al massaggio cardiaco, può essere il defibrillatore che aumenta esponenzialmente la possibilità di salvare la vita a chi ha avuto il malore. In tutta la provincia di Como ne risultano registrati al sito Paddles di Areu 1.333 per poco meno di 600mila residenti. Numero che, in realtà potrebbe essere inferiore rispetto ai dispositivi effettivamente presenti sul territorio ma che, se non risultano censiti, rischiano di vanificare la loro utilità non essendo inseriti nella rete dei soccorsi.
I numeri
Quasi tutti i Comuni ne contano almeno uno, con pochissime eccezioni. Non figurano apparecchi registrati nei Comuni di Brienno e Carate Urio e, ancora, Dosso del Liro, Lasnigo, Longone al Segrino e Musso. Si tratta di sei eccezioni rispetto al resto del Comasco.
Qualora in questi territori effettivamente siano presenti gli apparecchi salvavita che, nel corso degli anni, sono andati diffondendosi in modo capillare, significa che nessuno ha provveduto ad effettuare la procedura di registrazione. Apparecchi “fantasma”, in poche parole, in quanto sconosciuti ai servizi che lavorano nell’emergenza-urgenza e che, in caso di necessità, possono indicare ai cittadini presenti sul luogo del malore se nelle vicinanze ci sia o meno un defibrillatore accessibile. Questo, come detto, si può fare solo con apparecchi censiti e, quindi, registrati e georeferenziati nel sistema informatico di gestione dei soccorsi.
Il numero maggiore si ha, come ovvio, nel capoluogo. Quelli censiti sono 213 tra i quali molti sono utilizzabili 24 ore su 24. In pratica uno ogni 392 abitanti. Per fare qualche esempio se ne trova uno all’esterno di Palazzo Cernezzi verso viale Lecco e, un secondo, solo per rimanere in Comune, all’angolo tra via Vittorio Emanuele e via Indipendenza. Per citarne altri nell’elenco figurano quello all’esterno della Croce Rossa di via Italia Libera e alla Polizia locale. Apparecchi presenti in tribunale, prefettura, comando dei vigili del fuoco, questura, Polstrada, scuole e ancora centri sportivi (sono obbligatori), associazioni di categoria. Defibrillatore anche nelle stazioni, supermercati, in Cattedrale e in alcuni oratori ed alberghi, all’autosilo di via Auguadri, Università, alcuni studi privati e aziende.
Il Comune di Cantù, secondo centro più popoloso della provincia, ne ha 98 (uno ogni 408 residenti) mentre Mariano 40 per oltre 25mila abitanti (uno ogni 625 persone). Erba è a quota 38 mentre a Olgiate Comasco ce ne sono 18 per quasi 12mila residenti. Le zone più turistiche dovrebbero porsi anche il tema dell’incremento consistente, dalla primavera dall’autunno, del numero di presenze sul territorio comunale. Per fare qualche esempio, Bellagio ne ha 18, Cernobbio 13 e ancora Laglio, il paese di a Clooney solo uno. Menaggio è a quota 14, Moltrasio a 5 e Tremezzina a 17. Torno ne ha uno, Argegno due e Blevio 8.
L’importanza dei controlli
Chi registra il defibrillatore sul portale si impegna anche a controllare, mensilmente, che l’apparecchio sia attivo. Basta verificare che la spia verde sia accesa per capirlo, senza nemmeno aprire la scatola che lo contiene. Fondamentale, infatti, non è solo avere la dotazione di defibrillatore, ma che siano funzionanti e quindi con le pile scariche e le piastre a posto.
Molti vengono donati da privati o associazioni ai Comuni per ricorrenze o in seguito a raccolta fondi. A Como Palazzo Cernezzi, per quelli di sua competenza (quindi acquistati direttamente o ricevuti in dono) ha attivato da un paio d’anni un servizio di manutenzione programmata. Negli altri casi i controlli sono in capo a chi ne è proprietario e li ha fatti installare. Solo l’associazione Comocuore ne ha collocati più di ottocento.
In tutta la Lombardia gli apparecchi sono complessivamente quasi 21mila (20.978 al 2 gennaio 2025). Di questi Milano ne ha 6.319, seguita da Brescia con 3.132. Bergamo è a 2.471, Monza Brianza ne ha 1.512, Varese 1.686. Segue poi Como con 1.333. Tutte le altre province sono al di sotto dei mille dispositivi con Lodi in fondo alla classifica con 471.
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