
(Foto di archivio)
Cambia tutto Dal prossimo anno saranno 141 i posti negli asili gestiti da un ente esterno. Poi se ne aggiungeranno altri 180. Il costo medio a bambino passa da 16mila a 8mila euro
La riorganizzazione del servizio dei nidi con l’apertura agli enti del Terzo settore sarà attuata per fasi e questo comporterà anche dei risparmi graduali sui costi.
Già dal prossimo anno scolastico cambierà formula il Babylandia di via Palestro con 60 posti (quest’anno ne ha 58) e verranno incrementati i posti al Coccinella (21 rispetto agli attuali 13) e al Panda di Sagnino (60 contro 42). Non è possibile conoscere al momento esattamente quando sarà completata la fase successiva, ma prevede che rimarranno a gestione diretta del Comune «fino all’esaurimento del personale attualmente in servizio» il Caravella (passa da 68 a 60 posti), il Fantasia (da 42 a 60 posti “inglobando” anche gli attuali 16 posti del Magnolia che verrà chiuso) e il Girotondo (da 57 a 60).
Questo significa che il prossimo anno scolastico ci saranno 141 posti nei nidi comunali gestiti dal Terzo settore mentre 180 saranno ancora a gestione diretta. A questi si aggiungono il nido Aquilone in concessione ai privati fino al 2027, il Peter Pan di via Longhena chiuso per ristrutturazione e alcuni posti in convenzione con i privati.
Tra i motivi del cambio di rotta voluto dall’amministrazione c’è anche quello economico. Nella delibera approvata dalla giunta e che arriverà in consiglio comunale viene spiegato che la sola spesa corrente (senza le spese di manutenzione straordinaria degli immobili), relativa ai servizi per la prima infanzia per l’anno 2023 ammonta a 4.481.876 euro (costo del personale educativo 2,1 milioni, personale non educativo 1,5 milioni, spese generali 761mila) e che nel 2023 «i servizi per la prima infanzia in gestione diretta (Caravella, Babylandia, Magnolia, Fantasia, Girotondo, Coccinella e Panda) e con contribuzione da parte dell’utenza calcolata su base Isee sono stati erogati a 267 bambini». Da qui il costo medio pari a 16.786 a bimbo.
Viene precisato che «in relazione al costo sostenuto dal Comune nel 2023 per erogare il servizio in gestione diretta, le entrate (fondo sociale regionale, rette, tassa d’iscrizione, fondo 0/6 anni) coprono solo circa il 27% dei costi, ricadendo sulla collettività la somma di 3,2 milioni». Poi il confronto basato sulle convenzioni attivate dal Comune 2024 da cui emerge «un costo medio di 8.341 euro a bambino per il Comune». In pratica la metà.
Per i 141 posti che dal prossimo anno il Comune affiderà al Terzo settore la spesa (con i dati della delibera) complessiva sarà di 1,2 milioni di euro contro i 2,3 milioni che Palazzo Cernezzi dovrebbe spendere con la gestione diretta. Significa un risparmio di poco più di un milione. A pieno regime invece gli altri 180 posti che passeranno al Terzo settore costeranno all’amministrazione circa 1,6 milioni contro i 3 necessari per la gestione diretta. Andranno aggiunti i 70 posti al Peter Pan (quando riaprirà). Con il nuovo sistema i posti disponibili saranno di più: dagli attuali 323 arriveranno a 351 e, con il nido di Albate, a 421. Il sindaco Alessandro Rapinese ha ribadito che «non ci sono parametri oggettivi per dire che il pubblico è migliore del privato», che «i posti disponibili con rette basate sull’Isee saliranno, quindi anche a costo zero» e che «è da folli spendere male i soldi, non butto 16mila euro a bambino se posso spenderne 8mila dando un servizio di pari qualità. Si chiama efficienza».
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