Nidi ai privati, c’è l’ok: «Ma perché il sindaco non spiega la scelta?»

A Palazzo Cernezzi Delibera approvata in consiglio. Rapinese: «Non esiste soltanto il sistema pubblico». Fanetti (Pd): «Posizione ideologica, motivi non chiari»

Con 18 voti favorevoli e 9 contrari, la nuova programmazione degli asili nido comunali è stata approvata in consiglio lunedì, durante una seduta che si è protratta fin quasi a mezzanotte, con necessità di chiedere l’oltranza.

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Il dibattito in aula

I voti contrari sono stati quelli dei consiglieri di minoranza: per Forza Italia Giordano Molteni e Alessandro Falanga, per Fratelli d’Italia Lorenzo Cantaluppi, per la Lega Elena Negretti, per il Pd Stefano Fanetti, Eleonora Galli, Patrizia Lissi e Stefano Legnani, per Svolta Civica Vittorio Nessi. Il contenuto della delibera di giunta dello scorso 21 febbraio prevede un progressivo passaggio di gestione (fino all’esaurimento del personale dipendente da Palazzo Cernezzi) dal Comune agli enti del Terzo Settore per quanto riguarda i nidi di via Italia Libera, via Zezio, via Giussani.

In via Palestro e in via Bellinzona si prevedono da subito accordi con il Terzo Settore (tanto che, ieri, in albo pretorio è stato pubblicato un avviso pubblico per manifestazione di interesse per la concessione dell’immobile del nido Coccinella), mentre a Lora e a Sagnino resterà la concessione ai privati fino al 2027, poi seguirà la concessione di beni con affidamento al Terzo settore, con almeno il 30% dei posti convenzionati. Chiuderà invece il nido Magnolia di via Passeri.

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A presentare al consiglio la proposta della giunta, fortemente criticata dalle minoranze e accompagnata da una protesta fuori dall’aula, organizzata da Cgil e Uil del Lario insieme al comitato “Como a misura di famiglia”, è stato il sindaco Alessandro Rapinese, che ha definito quella approvata lunedì come una «manovra di sinistra» per l’aggiunta di posti nei nidi con agevolazioni legate all’Isee. «Prego i signori della Digos e della polizia locale di ascoltare bene questa delibera perché penso che tutti gli altri l’abbiano già letta, riletta e straletta - ha attaccato ironicamente - La Corte Costituzionale dice che è necessario superare l’idea che solo l’azione del sistema pubblico è intrinsecamente idonea allo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base della Costituzione. Tali attività possono esser perseguite anche da un’autonoma iniziativa dei cittadini».

Dai banchi della minoranza la decisione è stata additata come ideologica. «Qui si parla di scelte politiche - ha detto il consigliere dem Fanetti, facendo seguito ai numerosi interventi degli altri consiglieri di minoranza - Nessuno di noi ce l’ha con le cooperative e il privato, ci sfugge però perché si sia deciso di sostituire il sistema attuale. Perché costa? Ma il sindaco ci ha detto che non è solo una questione di risparmi. Non è soddisfatto di come vanno le cose, allora? Non lo ha detto. Rimane il dubbio che sia una posizione ideologica: in ossequio del motto “privato è meglio” è lei che sta virando verso un disimpegno del Comune da un servizio fondamentale».

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All’indomani del consiglio, Svolta Civica ha anche accusato l’assessore alle Politiche educative, Nicoletta Roperto, di «aver abdicato in maniera deludente al suo ruolo». Rapinese in aula consiliare ha sostenuto che la scelta di delegare o di presentare personalmente le delibere della giunta spetta solo al sindaco, per legge.

Le tempistiche del passaggio

Altre critiche sono state mosse rispetto a mancati chiarimenti sulle motivazioni della decisione e sulle condizioni economiche dei dipendenti nel passaggio dalla gestione pubblica a quella privata. Mentre sulle tempistiche dell’ “esaurimento del personale” il sindaco ha risposto così: «Non abbiamo intenzione di licenziare nessuno. E la tempistica non sarà legata solo alla pensione, ma ci sono anche figure che partecipano ad altre graduatorie perché, purtroppo, noi paghiamo meno dello Stato».

Il nodo dei posti convenzionati

Tra i punti discussi in aula consiliare lunedì sera, nel botta e risposta tra sindaco e opposizioni, c’è stata la questione dei posti convenzionati con tariffa agevolata Isee. Nella delibera di giunta dello scorso febbraio approvata lunedì, infatti, si afferma che questi saranno 355 nell’anno formativo 2025/2026, quindi 26 in più rispetto a quelli previsti per il 2024/2025.

«Ma i conti non ci tornano - ha detto in aula il consigliere del Pd, Stefano Legnani - Nella programmazione presentata con la precedente delibera di giunta e sospesa dal Tar si parlava infatti di 361 posti, tutti aperti alle tariffe agevolate Isee. I 329 di cui parla il sindaco oggi sono invece i bambini che si sono effettivamente iscritti all’anno formativo nel 2024 e non i posti a disposizione. Dunque ci sarà una diminuzione, da 361 a 355, e non un aumento».

A questa osservazione ha risposto il sindaco stesso dicendo che «Nella delibera dell’anno scorso erano contenuti dati previsionali sul 2024/2025, mentre in quella di cui discutiamo oggi ci sono i dati netti e le convenzioni in più,che sono giusti».

Risposta che non ha però soddisfatto il consigliere del Pd, che, ieri, ha poi riportato l’attenzione su un altro aspetto della nuova delibera che mette in dubbio il numero dei posti convenzionati con tariffa agevolata Isee non solo per l’anno formativo 2025/2026 ma anche per quelli a venire.

«In alcuni casi si parla di un affidamento ai privati convenzionando almeno il 30% dei posti con il Comune di Como- ha osservato infatti Legnani - Passaggio che avverrà dopo l’esaurimento del personale pubblico. Dunque non c’è certezza che tutti i posti convenzionati verranno mantenuti, perché gli accordi dovranno garantire solo il 30% di questi».

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