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Cronaca / Como città
Lunedì 24 Febbraio 2025
Confcooperative sta con il sindaco: «Nidi, sinistra sei vecchia»
Il dibattito Il presidente Frangi: sì alla gestione esternalizzata - «La sfida di Rapinese va nella giusta direzione, critiche anacronistiche»
Un sostegno totale alla scelta della giunta Rapinese di abbandonare progressivamente la gestione diretta dei nidi comunali per affidarla al Terzo settore arriva da Mauro Frangi, presidente di Confcooperative Insubria.
«Rapinese ha ragione - interviene -. Basta con questa idea vecchia e anacronistica che esiste solo il pubblico o il mercato, che l’unico modo per garantire servizi essenziali alle persone e alla comunità sia quello di prevedere che la loro gestione sia effettuata da un Ente pubblico. Non solo è un’idea senza senso, ma è contraria alla nostra Costituzione che del principio di sussidiarietà fa un cardine del nostro ordinamento. Un principio in forza del quale il nostro Paese si è messo definitivamente alle spalle l’idea che solo il settore pubblico possa garantire attività o servizi di interesse generale per riconoscere che l’autonoma iniziativa dei cittadini organizzati può perseguire la medesima finalità. Farlo anche meglio e con costi inferiori».
Il documento
Nel documento approvato dalla giunta, che ora dovrà passare in consiglio comunale, si parla di un risparmio tra la gestione diretta e quella in convenzione pari a circa il 50%. Il numero uno di Confcooperative sottolinea come la delibera vada nella direzione di «riconoscere il valore dell’autonoma iniziativa dei cittadini organizzati in enti del Terzo settore e specificatamente in cooperative sociali e il contributo che questi soggetti portano alla comunità. Parliamo di soggetti il cui fine è perseguire il bene comune garantendo servizi di carattere generale, senza perseguire finalità di lucro di tipo soggettivo e che sono sottoposti ad un sistema di controlli pubblici articolato e rigoroso». Frangi chiarisce poi come il mondo delle cooperative, che lui rappresenta, sia già operativo nell’ambito dei servizi comunali: «Con i nidi a Como le cooperative sociali lo fanno da almeno due anni con successo e soddisfazione degli utenti, ma lo fanno in decine e decine di servizi sociali e educativi rivolti a tutte le categorie più fragili». Frangi, storicamente renziano e vicino al Pd (i dem oggi sono contrari alla proposta di Rapinese), dice senza giri di parole che «la sfida che il sindaco Rapinese ha lanciato va nella direzione giusta. Quella di rendere i cittadini, organizzati e responsabili, diretti protagonisti delle modalità con cui si risponde ai bisogni sociali. Quando si parla di “cittadinanza attiva” questo si dovrebbe intendere, non vuoti tavoli di partecipazione e consultazione fine a se stessa. È la logica dell’”amministrazione condivisa”, voluta dal nostro ordinamento costituzionale e messa a terra dal codice del Terzo settore». Il presidente di Confcooperative aggiunge: «Ci aspettiamo che Rapinese prosegua davvero e con sempre maggiore convinzione lungo questa strada nella direzione di costruire un diverso rapporto tra pubblico e privato sociale: non basato unicamente su contratti che disciplinano uno scambio economico, ma sulla convergenza di obiettivi comuni, sul reciproco riconoscimento, sull’integrazione di risorse pubbliche e private per progettare e organizzare servizi sempre più di qualità». Sul tema parla di «assunzione di una logica autenticamente partenariale» e dice che «gli ambiti di azione possibili sono molti. E non riguardano solo i servizi alla persona».
Gli esempi
Fa degli esempi in merito che vanno dalla gestione dei beni culturali, alla casa a costi accessibili per i lavoratori fino ad interventi di rigenerazione urbana di pezzi di città (non lo cita ma fa evidentemente riferimento a quanto fatto dal Coop Questa Generazione con la vecchia fabbrica in Val Mulini). Frangi conclude dicendo: «A chi non vuol sentire ragioni e proprio non riesce a fare a meno delle idee vecchie, dico: non lo dice Rapinese “ce lo chiede l’Europa”. Quell’Europa che individua nell’economia sociale l’unica strada possibile per generare inclusione sociale e sviluppo, per “costruire un’economia al servizio dei cittadini”».
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