Cronaca / Como città
Venerdì 13 Dicembre 2024
Nido Magnolia, accolto al Tar il ricorso dei genitori: «Provvedimento annullato»
Como Vittoria delle famiglie che avevano fatto ricorso ai giudici amministrativi contro la decisione della giunta di chiudere l’asilo di via Passeri
«Il ricorso va quindi accolto, con annullamento della delibera di Giunta per incompetenza»: con queste parole i giudici del Tribunale amministrativo regionale hanno accolto il ricorso effettuato dalle famiglie dei bambini frequentanti l’asilo nido di via Passeri, il Magnolia, contro la decisione presa dall’amministrazione comunale di Como di chiudere l’asilo. La decisione, presa dalla giunta guidata dal sindaco Alessandro Rapinese, risale allo scorso marzo ed è sempre stata spiegata dal primo cittadino come una decisione presa per ragioni economiche e per razionalizzare le risorse dell’ente,a fronte del calo demografico che si registra in città, così come in tutto il Paese.
La vicenda
La richiesta di un’istanza cautelare di sospensione sulla delibera era avvenuta già a maggio, ma era stata inizialmente respinta dal Tar. In seguito, le famiglie, tramite gli avvocati, erano intervenute con un appello cautelare, impugnando l’ordinanza del Tar. Appello poi accolto dal Consiglio di Stato, lo scorso luglio, con un’ordinanza approfondita, le cui parole, e in particolare il riferimento alla necessità di garantire una «continuità del percorso formativo di bambini in tenera età», sono state più volte riprese in queste settimane, anche durante l’audizione convocata dalla Regione sul caso della chiusura di altre sei scuole, decisa dal Comune.
Cosa dicono i giudici
In primo luogo, i giudici del Tribunale amministrativo regionale hanno rigettato l’eccezione di inammissibilità del ricorso presentata dal Comune che sosteneva a propria difesa come l’accorpamento degli asili, entro cui rientra anche la decisione di chiudere il nido di via Passeri, non riduce il numero complessivo di posti a disposizione dei bambini ma anzi li aumenta dell’11% nell’anno formativo 2024-2025 e del 12,6% nell’anno formativo 2025-2026. Ma per i giudici «l’eccezione è manifestamente infondata» in quanto l’interesse da parte dei genitori all’annullamento della delibera di giunta è rappresentata da «effetti pregiudizievoli sociali e psciologici per l’assenza di un servizio al quartiere» e dalle «conseguenze per le famiglie, stante la maggior distanza della nuova sede». Come prima istanza, dunque, i giudici hanno riconosciuto che il ricorso dei genitori è motivato «in termini di maggior sacrificio e aggravio organizzativo delle famiglie per il raggiungimento del servizio».
Il nodo della competenza
Ma il punto su cui si sono maggiormente concentrati i giudici riguarda il «vizio di incompetenza, trattandosi di una delibera in materia di organizzazione dei servizi, quindi di competenza del consiglio comunale», sollevato dalle famiglie ricorrenti contro il Comune. E infatti il Tar ha rilevato che la gestione dei servizi per la prima infanzia e la programmazione dei posti all’interno degli asili e dei nidi è un’attività «riconducibile alla pianificazione e all’organizzazione del servizio pubblico, di competenza del consiglio comunale».
I servizi per la prima infanzia rientrano nei servizi pubblici locali privi di rilevanza economica ed erogati sul territorio come «espressioni di scelte fondamentali attinenti alla vita sociale e civile della comunità locale» e nella distribuzione di competenze tra gli organi comunali in materia di servizi pubblici è demandata proprio al consiglio comunale, come organo di indirizzo e di controllo politico amministrativo dell’ente, ogni decisione riguardo a temi come quello in questione.
Le conseguenze
Nel concreto questo cosa significa? Secondo i giudici del Tar la decisione ultima sulla «macro-organizzazione territoriale del servizio nido» richiede un passaggio obbligatorio in consiglio comunale, che per il momento non è ancora avvenuto. Il fatto che questo passaggio sia stato “saltato” comporta l’annullamento della delibera di giunta «per incompetenza». La decisione dei giudici del Tar non comporta che l’asilo nido di via Passeri non possa essere chiuso, ma sottolinea la necessità che questa decisione venga approvata in consiglio comunale, cui, in sostanza, spetta l’ultima parola sul tema.
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