Nirvana, morta in casa più di un anno fa. I vicini: «Pensavamo fosse via per lavoro»

Dramma della solitudine Il corpo scoperto per alcune crepe sul soffitto della libreria Noseda. Fuori dalla porta c’era una scatola piena di solleciti del Comune per il pagamento dell’affitto

«Ogni volta che la sua cassetta della posta si riempiva, mettevo tutto in una scatola. E mi dicevo: quando tornerà potrà leggerla». Domenico Petroni è uno dei residenti del civico 53 di via Cesare Cantù, palazzina di proprietà del Comune dove un tempo c’era la pizzeria “In centro”. Al primo piano, nella corte interna, una fila di persiane chiuse. Al di là di quelle persiane, per oltre un anno, il corpo senza vita di Nirvana Brkic aspettava che qualcuno si accorgesse di quel malore fatale che le ha stroncato la vita a 57 anni.

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La testimonianza

Pensavano fosse via per lavoro, i vicini di casa: «Non sospettavamo minimamente che fosse morta». E che la morte risalisse ad almeno un anno prima. Forse anche di più.

Il ritrovamento di Nirvana è stato frutto di una casualità assoluta. Nel pomeriggio di venerdì i responsabili della libreria Noseda hanno contattato il Comune per segnalare la presenza di alcune crepe, riscontrate sul soffitto della parte sul retro della libreria. Il dipendente di Palazzo Cernezzi intervenuto, riscontra la presenza delle crepe e decide di verificarne la causa. Per prima cosa, quindi, decide di fare un controllo nell’appartamento del piano superiore. Controlla gli atti e scopre che è occupato, ormai da vent’anni, dalla signora Nirvana Brikic. Prova a chiamarla, non risponde nessuno. Quindi sale. Suona la porta, ancora niente. Prova ad aprire e l’uscio si apre, almeno per quanto consentito dalla catenella di sicurezza. L’apertura è sufficiente per far uscire un forte odore di stantio e di morte.

Arrivano i vigili del fuoco, che tagliano la catenella. Oltre l’uscio sacchi di rifiuti ovunque, vecchi alberi di natale sparsi sul pavimento, e poi libri e scatole e sacchetti. Nella stanza da un corpo in avanzato stato di decomposizione. Coperto da un piumone: la morte ha sorpreso la signora Brkic mentre dormiva.

Una vicina, che al contrario del signor Petroni preferisce non dire il proprio nome, ribadisce: «Eravamo convinti che fosse via per lavorare. Ogni tanto si assentava. Non era così strano che non la si vedesse per un po’». Quel po’, hanno ricostruito gli agenti della polizia, risale ad almeno l’autunno 2023: alcuni vicini hanno parlato di settembre, le lettere più vecchie (tra le quali molti solleciti per il pagamento dell’affitto da parte del Comune di Como) sono dei primi di dicembre.

«Non la vedevamo da oltre un anno, ma non ci siamo insospettiti - conferma il signor Domenico - Anche perché le persiane erano chiuse».

Chi era la signora Brkic

Ma chi era questa donna senza amici né parenti? «Una persona gentile, ma molto, molto riservata» dice la vicina. «La incontravamo di ritorno da messa, al Crocifisso o a San Fedele. Ci vedevamo sulle scale e ci salutavamo» . Nirvana era arrivata a Como una ventina di anni fa, proveniente da Trieste. Nata il 6 agosto del 1967 a Fiume (Rijeka) in Croazia, ha vissuto una decina di anni in Germania prima di trasferirsi in Italia. Ha lavorato all’ospedale Sant’Anna come ausiliaria. Quindi si è iscritta alle serali del Caio Plinio e a 37 anni ha preso la maturità come dirigente di comunità. Da alcuni anni era piombata in una condizione di fragilità. Senza più nessuno che si preoccupasse per lei.

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