Cronaca / Como città
Mercoledì 12 Febbraio 2020
Non sanno più vergare una lettera
I comaschi vanno dallo scrivano svizzero
LA STORIA: spopola il nuovo servizio dal sapore antico
A furia di mail, whatsapp e nuove tecnologie, i comaschi pare non sappiano più vergare neppure una semplice lettera di ringraziamento.
«Posso scrivere per lei?».
La domanda è di quelle gentili dal sapore antico e precede una frase che lo è altrettanto: «lo scrivano pubblico è a sua disposizione per un servizio gratuito e confidenziale». Nell’era in cui ci si identifica con il cellulare e spesso si spera di poter sbrigare in fretta una questione scrivendo un messaggino, c’è bisogno di qualcuno che scriva per noi. Incredibile, ma vero. Accade in Ticino, alla biblioteca di Mendrisio, alla Filanda di via Industria 5 due giovedì al mese, i prossimi il 20 febbraio, il 5 e il 19 marzo, dalle 16 alle 19.
Lo scrivano pubblico, che alla biblioteca cantonale offre il suo servizio gratuitamente, è Antoine Casablanca.
Antoine ha 69 anni, un passato da funzionario pubblico nel settore sanità e da presidente dell’Associazione consumatori della Svizzera italiana. Il desiderio di aiutare le persone a scrivere, una lettera, una mail o anche solo a controllare che siano corrette o a dare suggerimenti sullo stile più corretto da usare in funzione del destinatario, Antoine c’è l’ha da tanto ed è interessante capire da lui perché: «L’idea mi è venuta dieci anni fa quando lavoravo per la sanità in Ticino. Li’ ho visto tante persone in difficoltà nell’esprimere i propri problemi e le proprie lamentele, quando era richiesto di farlo in forma scritta, e mi ero detto che sarebbe stato bello offrire questo servizio. Poi - spiega Antoine - sapevo che gli scrivani erano esistiti in Africa e in Europa molti anni fa per la scrittura di un biglietto o di una lettera d’amore e mi sono detto: appena andrò in pensione offrirò questo aiuto. Poi però sono stato presidente dell’associazione di difesa dei consumatori per 7 anni, ma quando ho terminato mi sono finalmente dedicato a scrivere per gli altri.
Alla Filanda di Mendrisio ho trovato un luogo che mi offriva un riparo per partire con questo servizio» che funziona da gennaio e grazie al passaparola, perché Antoine ha deciso di non farsi una grande pubblicità: «ora da me arrivano persone con diverse esigenze, stranieri o non residenti, soprattutto, che magari hanno scritto una lettera ma non sanno se è corretta, o scrivono tutto sul telefonino, ma non hanno pc e stampante e quindi poi non sanno come trasformare quello che hanno scritto sul telefono in un documento ufficiale». I “clienti” di Antoine arrivano anche dal Comasco. «Finora ho aiutato anche persone che abitano della zona di confine della lombardia e nel Comasco. Una persona, comasca, ha voluto che la aiutassi a sistemare in modo corretto una lettera, che lui aveva già scritto, da inviare all’ospedale di Mendrisio per ringraziare il personale delle ottime cure ricevute dopo un infortunio sul lavoro in Ticino. Questo signore aveva scritto la lettera sul suo telefonino, ma non aveva pc e stampante e non sapeva se fosse strutturata bene e in forma corretta, così l’ho aiutato. Mi chiedeva di correggergli la lettera, benché fosse già bella e lui avesse perfino fatto riferimenti a Dostoevskij; merito della sua terapista che lo ha aiutato a Mendrisio nella riabilitazione e, appassionata di letteratura, gli ha trasmesso l’amore per la lettura».
Viene da immaginare che a rivolgersi allo scrivano siano persone anziane, invece non è assolutamente così «le persone che hanno bisogno di me hanno anche 35-40 anni e magari mi interpellano per capire esattamente come leggere una comunicazione dell’amministrazione o i meccanismi di procedure che vanno fatte in forma scritta, o come bisogna rispondere in modo corretto nell’iter legato alla disoccupazione o alle domande di lavoro. Settimana prossima arriverà una persona che mi ha chiesto di aiutarla a stendere una lettera di ringraziamento, che vuole leggere quando si congederà dall’azienda in cui ha lavorato e dove si è trovato particolarmente bene».
«Io tengo molto a fare sapere che offro questo servizio, soprattutto per chi si trova in difficoltà. In Ticino lo scrivano non c’era, ma a Ginevra e in Francia funziona e so che, in Francia, esiste perfino una formazione universitaria per questa professione».
Che si tratti di forme di analfabetismo di ritorno o solamente di una necessità di sentirsi meno soli nell’affrontare un’incombenza che, magari, non si è abituati a svolgere, poco importa, ciò che conta è che Antoine abbia recuperato un lavoro che pochi avrebbero immaginato poter servire ancora nel 2020.n
Carla Colmegna
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