«Nuovo stadio: atto ufficiale del Como 1907. Sarà speciale»

L’intervista Il sindaco Alessandro Rapinese: «Depositata dalla società la manifestazione d’interesse. Vorrei qualcosa di iconico e che si inserisca nel contesto. Spazi food e musica. Inversione delle curve? Può essere Quando vado a letto immagino di averlo già nel 2027»

Il primo passo per il nuovo stadio è stato fatto. Sarà anche un passo formale, preliminare quanto volete, ma è il primo atto ufficiale effettuato dal Calcio Como per il nuovo impianto. Il 19 giugno la società ha depositato una manifestazione di interesse presso il Comune di Como. Un passo, come dicevamo, preliminare, ma che si porta dietro cose non di poco conto: attraverso la manifestazione di interesse, il Como ha potuto cominciare a interfacciarsi con gli uffici di Palazzo Cernezzi ed entrare in possesso di tutti i documenti catastali e le mappe inerenti allo stadio e all’area circostante. E su quella documentazione, ha cominciato ad effettuare rilievi e verifiche con tecnici di fiducia.

La manifestazione di interesse sarà seguita da una proposta vera e propria, che potrebbe arrivare molto presto, si dice a giorni. La proposta dovrebbe evidentemente contenere anche il progetto su carta dell’impianto, su cui poi comincerà il circo delle verifiche, eccetera. Non è però il caso di correre in avanti e andare nel campo delle ipotesi.

Stiamo alle certezze: la manifestazione di interesse depositata il 19 giugno è la prova che l’interesse per il nuovo stadio, da parte della società, è concreto. Si parte. E ci pare già una bella notizia. Tutto ciò ci è stato raccontato dal sindaco Alessandro Rapinese, in un incontro di circa un’ora nel suo studio, in cui si è lasciato andare sull’argomento, che tiene banco nelle discussioni nelle chat dei tifosi: il nuovo stadio. Gli abbiamo fatto una corte serrata per giorni, e alla fine ha “sputato il rospo”.

Reduce da giornate caldissime su diversi fronti, ci ha accolto in giacca e cravatta, seduto alla sua scrivania, con una mimica che sembrava quasi quella di uno che si rilassava a parlare di una progetto che gli sta a cuore e su cui ha fondato parte del suo programma politico. Come la Ticosa, come il mercato, come le scuole, come il punto unico di cottura delle mense…

Ma è innegabile che lo stadio si porti dietro una letteratura di passioni ed entusiasmi che lo differenzia da tutti gli esempi citati: prova ne sia che sul tavolino vicino alla scrivania c’è una maglia del Como dello scorso anno piegata, e una copia del quotidiano La Provincia del giorno della promozione.

Del resto lei lo aveva detto, al Sinigaglia, sabato, prima di Como-Bologna: “Ora che abbiamo giocato qui, che ce l’abbiamo fatta a giocare la prima in casa, è venuto il momento di parlare del nuovo stadio”.

Non ho mai voluto parlare del nuovo stadio sino ad oggi, perché mi ero messo in testa che lo avrei fatto solamente dopo aver avuto la certezza di giocare la prima al Sinigaglia. Per questo non ho preso ancora in considerazione il carteggio della manifestazione d’interesse. Non me ne sono occupato perché nella mia testa c’era quel traguardo, che era anche un promessa fatta ai tifosi e ai cittadini.

E non sono state tutte rose e fiori

Ci sono stati dei momenti difficili, io personalmente ho avuto paura che ci fossero problemi a iscrivere la squadra, non era tutto così banale, ci sono squadre che sono scivolate su una buccia di banana: la mossa di Verona è stata importante per avere la tranquillità necessaria. Una volta chiuso questo capitolo, adesso si può parlare del nuovo stadio. È anche una questione di serietà.

Ok. Dunque?

Dunque è arrivata questa manifestazione di interesse, che al di là del suo valore tecnico, è anche una sentenza: la società vuole fare il nuovo stadio, e il Comune sarà al suo fianco. Loro vogliono lo stadio come lo vogliamo noi. Dalle parole si è passati ai fatti, e mi sembra una notizia molto importante.

Come se lo immagina? Come lo vorrebbe?

Io non ho visto nessun disegno, ancora (mente sapendo di mentire…, ndr) ma vorrei dire una cosa. In quell’area, nell’area più bella di una delle città più belle del mondo, non vorrei uno Juventus Stadium o un Allianz Arena. Non c’entrano nulla. Peraltro impianti che dopo vent’anni sarebbero vecchi. Lì ci vuole qualcosa di iconico, di eterno, un qualcosa che non si è mai visto, e che per vederlo, uno dovrà venire a Como. Un impianto perfettamente inserito nel contesto (sul punto è molto determinato, sgrana gli occhi con convinzione, scandisce il termine “i-co-ni-co”).

Sembra un aut aut alla proprietà, ma evidentemente non è possibile che sia così. Lei ne avrà già parlato a tempo debito con Suwarso.

Parlo in libertà: non vedo una cosa stile centro commerciale, vedo più un’area di intrattenimento con spazi food e divertimenti. Se uno deve comprare la borsa o le scarpe, c’è già il centro di Como pieno di negozi. Lì vedo un’area viva sette giorni su sette, con attrazioni e locali. E poi, certo, la possibilità di fare concerti.

Ci permette di interpellarla su tutti gli argomenti circolati nelle ipotesi, nelle discussioni con i parenti a Natale, nelle chat?

Prego, faccia pure. Dica dica.

Canottieri Lario e Yacht Club inglobati nel progettone?

Ci sono contratti di concessione che vanno oltre il periodo di costruzione. Non si può. Poi si vedrà.

Inversione delle curve?

Può essere. Mi dicono che fosse già così quando io avevo 7 o 8 anni.

Interventi sulle aree esterne.

Sicuramente il progetto contemplerà la parte dei giardini più vicina allo stadio, quella dove entrano i pullman degli ospiti (un’idea brillante, tra l’altro, quel nuovo percorso dei pullman. Sa chi l’ha pensata? Io). Non certo i giardini in senso esteso dove c’è già un progetto e lavori avviati.

La sede della società sarà davvero al Politeama, come si è letto?

Questa non l’ho mai sentita. Nel caso avrebbero dovuto parlare con me, ma non se ne è proprio parlato.

Quanti anni di concessione?

Inutile parlarne, perché dipenderà dal rapporto tra investimento e ricavi. Vedremo.

Soddisfatto di come la città ha reagito alla serie A?

Lo hanno detto in pochi, ma mi sembra che sia stato tutto perfetto. Non c’era traffico, la gente è arrivata presto, molti si sono spostati con i mezzi pubblici, l’incremento di 3.000 persone non ha sortito effetti catastrofici. E stiamo lavorando con la navigazione per allargare l’offerta di trasporto il giorno della partita.

Ma lei cosa pensa del Calcio Como, di questa avventura così particolare che ha baciato la nostra città?

Io ho un buon rapporto con Suwarso. La fortuna è aver incrociato una società seria, con fini nobili, che fa le cose per bene. Dicono che sta allargandosi troppo o che fa troppo business? La bontà della loro azione è testimoniata dal fatto che hanno comprato una squadra di calcio, dunque il modo più efficace per essere sotto i riflettori. Avessero avuto intenzioni subdole di business incontrollato, lo avrebbero fatto stando nell’ombra.

Si sono innamorati davvero di Como?

La verità è che i soldi avrebbero potuto farli di più e meglio comprando, che so, una squadra che ha aveva vinto la Bundesliga. Invece questa è una operazione diversa. Fare qualcosa in un luogo di cui si sono innamorati. Noi abbiamo intercettato questa passione, e andiamo avanti insieme. Felicissimi. In passato ho incontrato faccendieri di ogni genere e non li ho nemmeno fatti entrare nel mio ufficio. Questa è gente di spessore diverso.

Chi ha pagato i lavori di ristrutturazione del Sinigaglia?

In gran parte il Como.

Accetta di giocare sulle date? Quando si immagina il nuovo stadio?

Abbiamo fretta. Noi e loro. Mi aspetto la proposta formale entro i prossimi giorni. Credo che si possa snellire anche la fase burocratica di attesa tra l’avvio dell’iter e la posa della prima pietra. Quando vado a letto e spengo la luce, mi immagino di averlo nel 2027. Magari nel 2028. Chissà, magari prima.

Paura di forze negative o contrarie?

Vedremo il dibattito, ma dico due cose. Primo: la nostra maggioranza è coesa sul tema. In altre città ci sono spaccature all’interno, per quello certi progetti si arenano, qui siamo tutti dalla stessa parte. Secondo: lo stadio era nel nostro programma politico, alla luce del sole. Abbiamo vinto le elezioni e adesso andiamo avanti sul progetto.

Andrà a vedere Atalanta-Como?

Certo. Contro il Bologna mi sembrava di veder giocare il Barcellona…

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