Nuovo stadio, ora Como ci crede: «Ma il progetto va condiviso»

I commenti Mojoli: «Coinvolgere tutta la città» - Santambrogio: «Massima collaborazione» - Fratelli d’Italia: «Fa piacere la risolutezza della società» - Legnani: «Il Comune dia le linee guida»

Bene la pietra miliare posata dal Como 1907 sulla strada della realizzazione del nuovo stadio: ma il percorso sia condiviso con l’intera città e il Comune non si faccia dettare l’agenda dalla società.

Reazione positive in città dopo l’intervista rilasciata dal sindaco Rapinese a “La Provincia”, in cui ha raccontato che il Como ha depositato in Comune una manifestazione d’interesse cui farà seguito, in tempi molto brevi, un progetto. «Pare nessuno conosca i dettagli delle linee di indirizzo e di progetto - dice Margherita Mojoli, presidente dell’ Ordine degli architetti - spero quindi verranno condivisi con tutti, e non solo nella maggioranza, i passi che da oggi in poi verranno fatti. Credo sarebbe un bel segnale e contribuirebbe a renderlo un progetto realmente per la città (e non solo per una parte politica). Quello della zona dello stadio è un tema rilevante, diventi un’occasione di confronto aperto, da vedere come opportunità e non come limite».

Progetto iconico

Silvio Santambrogio, presidente dello Yacht Club, condivide la visione del sindaco di un «progetto iconico» e sogna, con le debite proporzioni, qualcosa di spettacolare come il “Floating arena” di Singapore: «Verrebbero tutti a vederlo... Il sindaco può contare sulla nostra collaborazione. Queste della proprietà sono persone perbene, dobbiamo evitare che - come succede nel mondo del calcio - si disamorino della nostra città. Teniamoceli stretti».

Sottolinea il momento propizio anche Elena Negretti, consigliere della Lega: «Però mi preme che Giunta e consiglio si accertino che ci sia un confronto con la città. Il tema dello stadio è molto sentito, si possono raccogliere idee e suggerimenti, se si lavora tutti nella stessa direzione possiamo portare a casa il risultato».

Per Lorenzo Cantaluppi di Fratelli d’Italia «vedere la società muoversi con una certa risolutezza mi fa assolutamente piacere. Certamente lo stadio deve essere concepito in un’ottica di utilizzo sette giorni su sette, senza però snaturarne la storia e la struttura, come infatti mi pare di capire sia intenzione del Calcio Como. Aspettiamo ora l’evolversi della situazione con i piedi ben piantati per terra, anche se sognare non costa nulla. Forza Como».

Intervento complessivo

«Il progetto dovrà essere l’occasione per riqualificare la vecchia struttura nell’ambito di un intervento complessivo che riguarda l’area dei giardini, la sosta per i residenti, la connessione e riqualificazione dell’asse giardini - passeggiata di Villa Olmo, gli spazi per funzioni sportive di quartiere, la valorizzazione della piscina e delle storiche attività nautiche e dell’idroscalo - è il commento di Vittorio Nessi di Svolta civica - Ci auguriamo che, accanto agli investimenti privati, ci sia una regia pubblica forte dell’amministrazione che indichi, sin da subito, sulla base di quali orientamenti è indirizzata la coprogettazione dello stadio e del quartiere, regia che sino ad oggi è mancata sullo specifico argomento come sui temi di visione della città».

Chiede una regìa pubblica anche Stefano Legnani del Pd: «Il problema è nel manico, come abbiamo già avuto modi di dire nel documento presentato a maggio. Possibile che il Comune non abbia nulla da dire su un comparto strategico come quello dello stadio? Non può farsi dettare l’agenda dalla società, deve dare le linee guida».

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