«Ospedale piccolo? Sì, il Sant’Anna è nato già vecchio»

Il dibattito Il direttore Stucchi ha detto che va ampliato. Landriscina: «I bisogno sanitari sono cambiati in fretta». Politici e sindacati: «Una struttura sottodimensionata»

Dopo solo 14 anni dalla costruzione, il nuovo ospedale è già da ingrandire. La nuova direzione dell’Asst Lariana, come riportato ieri, vorrebbe trovare modi e strumenti per ampliare gli spazi del Sant’Anna, un ospedale che ha aperto le sue porte nel 2010. Un presidio più moderno, con una vocazione per i casi acuti e le urgenze, ma che è nato piccolo. Ambulatori e reparti, Pronto soccorso e parcheggi, ai sanitari servirebbero più metri quadrati.

«L’evoluzione dei bisogni sanitari della cittadinanza sono cambiati in fretta – ragiona Mario Landriscina, l’ex sindaco che 14 anni fa ha coordinato il trasloco dal vecchio ospedale – Adesso è fisiologico pensare ad un ingrandimento del Sant’Anna. La nuova direzione ha preso una iniziativa importante, per l’azienda e per tutti i comaschi. C’è bisogno di degenze, di spazi ambulatoriali, di un Pronto capace dove si riversa domanda in eccesso. Osservo il grande lavoro dei vertici ospedalieri, la sinergia con il territorio come unica chiave per curare una cittadinanza sempre più anziana, insieme anche ad una Ats molto attiva, concentrata a creare sviluppi».

«Durante il Covid non abbiamo avuto tempo di programmare l’allargamento – dice Matteo Soccio, ex direttore sanitario – ma l’esigenza c’è, dunque se ci sono anche i termini ben venga un investimento per potenziare l’ospedale centrale».

Poca lungimiranza?

L’idea è trattare con il concessionario che all’epoca aveva costruito l’ospedale per immaginare un nuovo progetto pubblico privato. «Ai tempi il territorio chiedeva di costruire il nuovo ospedale sulle ceneri del precedente – ricorda Luca Gaffuri, esponente del Pd – dove già c’era l’autosilo e dove c’erano più spazi per ampliare l’offerta sanitaria. L’ex presidente della Regione Roberto Formigoni e l’ex presidente della Provincia Leonardo Carioni fecero la scelta opposta, andando fuori città, in una posizione logisticamente sfortunata. Il nuovo ospedale è nato vecchio, con una capienza non sufficiente per le esigenze del primo presidio sanitario comasco». Il nuovo Sant’Anna ha anche bisogno di un più grande parcheggio. A riguardo resta il nodo dell’accordo di programma da rivedere, secondo il quale il Comune di San Fermo incassa tutti i proventi della sosta.

Il problema parcheggi

«Avevamo evidenziato queste criticità, l’ospedale è nato sottodimensionato rispetto a un territorio da coprire vasto come il nostro – dice Salvatore Monteduro, segretario confederale Uil Lombardia – ha anche troppi pochi posti letto. A San Fermo dovevano arrivare solo i pazienti più acuti e complessi, ma gli altri ospedali satellite sono stati depotenziati, da Menaggio a Mariano Comense, così al Sant’Anna si riversa il maggior numero di utenza, a partire dal Pronto soccorso. Bene ora un cambio di passo, bisognerà capire se però ci sono leve per riuscire in un intento certo non semplice». Occorre bussare alle porte della Regione.

«Bisogna rivedere l’accordo di programma, il patto siglato all’epoca della costruzione dell’ospedale – aggiunge Angelo Goffredi che per la Cisl dei Laghi si occupa di sanità – ben venga se qualcuno dovesse riuscirci».

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