Ospedali pubblici senza infermieri: «Cento in fuga in un anno»

Sanità Asst Lariana alle prese con una grave carenza di personale. Stabile il numero dei medici. «Gli iscritti a medicina non mancano, presto forze nuove. Non per il personale infermieristico»

Agli ospedali pubblici comaschi servirebbero almeno un centinaio di infermieri e altri duecento dipendenti in più. All’Asst Lariana lavorano in tutto 3.650 persone, rispetto all’anno scorso il numero dei medici in servizio non è calato, i camici bianchi impegnati nei reparti e sul territorio sono 544, nei soli ospedali 472. Alla fine del 2022 erano 530, 467 negli ospedali. Nel delicato campo della salute mentale, dove c’è molta carenza di risorse umane, gli specialisti sono rimasti fermi a 40, in Pronto soccorso c’è stato addirittura un lieve incremento, siamo passati da 16 a 21 medici a contratto.

Certo è vero che l’anno scorso l’Asst Lariana contava attraverso nuove le assunzioni di arrivare ad un organico da 38 medici in Pronto soccorso e 55 specialisti nella salute mentale. Non c’è però almeno stata un’ulteriore contrazione.

Sempre meno infermieri

Calo che invece si è verificato tra gli infermieri, sempre più introvabili. Oggi quelli in servizio sono 1.254 (di cui 974 in ospedale) mentre l’anno scorso erano 1.304 (1.068 in ospedale). Anche gli infermieri di famiglia sono passati da 59 a 49. Non a caso dopo il concorso bandito alla fine del 2023 ora l’Asst Lariana ha aperto un’altra finestra per assumere cento infermieri. Invece figure come gli operatori socio sanitari sono aumentati, da 426 a 462, mentre i profili tecnici sono rimasti stabili.

Il fabbisogno di personale chiesto dagli ospedali pubblici comaschi alla Regione resta ingente. In questi ultimi anni nonostante i finanziamenti riconosciuti per assumere personale sanitario le aziende ospedaliere si scontrano con la difficoltà di reperire queste figure professionali. Non se ne trovano, i nuovi laureati non coprono i pensionamenti, in più un numero importante di medici e infermieri si sposta verso il privato e va all’estero, magari in Svizzera.

Emergenze e medici di famiglia

«A differenza dei medici gli infermieri mancano proprio alla fonte – commenta Stefano Magnone, segretario Anaao Lombardia, il sindacato dei dirigenti medici – gli iscritti ai corsi di laurea di medicina per fortuna ancora ci sono. Superato il picco dei pensionamenti tra qualche anno i nuovi specialisti pareggeranno il conto. Restano certo difficoltà in alcune specialità meno attrattive, dal Pronto soccorso ai medici di famiglia, ma in assoluto i nuovi medici garantiranno un ricambio. Invece la carenza di personale infermieristico è destinata a perdurare. Non ci sono abbastanza iscritti nelle facoltà, i giovani non vogliono avvicinarsi al mestiere».

Secondo l’Ordine degli infermieri di Como nella nostra provincia servirebbero circa 300 nuovi infermieri per coprire il fabbisogno degli ospedali e del territorio. Le Rsa non trovano personale, gli ospedali si contendono gli infermieri, anche il Valduce infatti ha appena aperto un bando per assumere 90 infermieri. Sempre il Valduce ha tentato negli ultimi mesi di far arrivare dal sud America alcuni infermieri, ma ci vuole tempo per aggiornare la formazione e superare il lungo iter burocratico tra permessi e autorizzazioni. Mancano professionisti sanitari anche per garantire i nuovi servizi di assistenza domiciliare. La Regione agli infermieri ha appena promesso nuovi incentivi che però i sindacati chiedono da tempo.

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