Palaghiaccio, beffa sempre più probabile. Né Como né Varese: i fondi verso Milano

Infrastrutture Prende piede l’ipotesi di realizzare la struttura nell’area strategica dell’Expo. In quel caso servirebbe un piano B per ottenere i soldi necessari agli impianti sportivi comaschi

Il centro del ghiaccio, almeno in questo momento, è più vicino a Milano.

Nessuno rilascia interviste, nessuno intende fare annunci, tutti usano il condizionale e rimandano la scelta alle federazioni sportive e a Roma. Ma in Regione, come ventilato già ad agosto, tutti sono convinti che alla fine il chiacchierato centro federale del ghiaccio si farà nell’area Expo. I progetti avanzati da Como e da Varese, non senza competizione, partono da posizioni di svantaggio. La decisione finale non ha scadenze, non esiste un avviso pubblico per assegnare i 25 milioni di euro di finanziamenti tramite Pnrr. Ma gli enti coinvolti, all’infuori dei Comuni, sono chiamati comunque a dare una destinazione a questa nuova Coverciano del ghiaccio, tra hockey, pattinaggio e curling.

Il ruolo del ministro

Anche da Varese, pur senza dichiarazioni formali, l’impressione è che il progetto avanzato da Milano sia più forte. L’area Expo è strategica. I varesini hanno già un palazzetto nuovo e un movimento sportivo collegato. Il loro asso nella manica da giocare resta il Ministro Giancarlo Giorgetti. Il leghista varesino che siede nell’esecutivo si è speso in prima persona, ha sponsorizzato il centro federale del ghiaccio. Ma così pure negli ambienti vicini al presidente della Regione Attilio Fontana (un altro varesino doc) con il passare del tempo le speranze di mandare in porto l’opera a Varese si affievoliscono.

Un incontro mai convocato

Milano ha un richiamo più importante, il capoluogo lombardo è logisticamente avvantaggiato, c’è la possibilità di attrarre maggiori investimenti e inoltre le prossime olimpiadi invernali fanno da traino. Non tutti poi in Regione hanno digerito le posizioni forti del nostro sindaco Alessandro Rapinese, che ha pubblicamente osteggiato il progetto di Varese chiamando in causa direttamente il Pirellone e i partiti politici coinvolti nella partita. Una strategia tesa a legittimare la richiesta di Como che ha urgente bisogno di investimenti sullo sport.

Peraltro, dopo aver inviato una lettera d’intenti ai parlamentari e ai consiglieri regionali comaschi, il primo cittadino aveva annunciato tra luglio e agosto un prossimo incontro con tutti i rappresentanti politici locali. Aldilà degli schieramenti, per condividere l’obiettivo. L’incontro però non è mai stato convocato. Questo, passata l’estate, è lo scenario attuale, sulla decisione finale resta comunque il riserbo.

Comunque se Milano e il sindaco Giuseppe Sala (di centrosinistra come il sindaco di Varese) dovessero incassare il tesoretto per costruire il nuovo centro del ghiaccio nell’area Expo, Como dovrebbe almeno tentare un piano B. Per incassare altri finanziamenti, magari tramite la Regione, così da poter dare risposte al mondo dello sport. La piscina di Muggiò infatti è sempre chiusa e l’amministrazione ne ha previsto la demolizione all’interno del futuro progetto per il centro del ghiaccio. Il palazzetto da ricostruire è uscito dai radar, non è previsto nella futura cittadella sportiva. Mentre l’attuale palazzetto del ghiaccio ha ancora bisogno di importanti riqualificazioni.

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