Cronaca / Como città
Mercoledì 27 Settembre 2023
Palazzo in fiamme, la vittima morta mentre tentava la fuga
Piazza Duomo Il clochard francese di 78 anni morto nel rogo, era a un passo dalla salvezza. Già due notti prima era stato cacciato da quella casa
Da settimane si aggirava per il centro leggermente claudicante, decisamente poco sicuro sulle gambe. I capelli arruffati e grigi, proprio come la barba e i baffi. Nell’ultimo mese le forze di polizia hanno incrociato la sua strada due volte. La prima a inizio settembre, quando dopo aver mangiato una lauta cena in un ristorante di piazza Duomo, si era allontanato senza pagare. E aveva cercato rifugio nei vani dismessi dei palazzi che si affacciano sulla cattedrale.
La seconda domenica scorsa, quando i residenti hanno sentito dei rumori e hanno chiamato la volante della Questura. E lo hanno trovato che dormiva tra gli scatoloni ammassati sulle scale che danno sul cortile interno di questo palazzo in pieno centro. Quelle stesse scale sulle quali, ieri mattina, è morto carbonizzato.
La vittima
Si chiamava Christian Albert Gervais e aveva compiuto 78 anni lo scorso mese di agosto, l’uomo morto nel rogo divampato in piazza Duomo ieri mattina. Un incendio divampato quando ormai tutti erano già svegli. Soprattutto lo erano le turiste del b&b che si trova al primo piano. E che, per prime, si sono accorte delle fiamme e hanno potuto lanciare l’allarme, oltreché fuggire - alcune ancora in pigiama - sotto i portici di fronte alla cattedrale, appena fuori dal vicolo Duomo che si apre tra il negozio di lampade e il bar e che, da qualche tempo a questa parte, era diventato la strada di “casa” per l’anziano clochard francese.
Il video girato dalle turiste del b&b prima dell’arrivo dei pompieri
In fondo all’arco giallognolo si arriva su un piccolo spiazzo circondato da un lato dai ballatoi e dalle finestre sul retro delle case del civico 17, dall’altro dall’uscita di sicurezza del Coin. In un angolo nascosto di questo angusto cortile, c’è (o meglio c’era, visto che è stata distrutta dal rogo) una porta in legno. Facile da aprire. Oltre all’uscio una colonna di scale di servizio. Era sul pianerottolo al primo piano che Christian Albert Gervais si era ricavato il suo rifugio.
Cosa abbia fatto divampare il rogo, saranno i tecnici dei vigili del fuoco, in arrivo oggi da Milano, a chiarirlo. Il sopralluogo della speciale squadra di polizia giudiziaria dei pompieri, con l’ausilio di macchinari tecnici specifici, andrà a cercare il punto di innesco. L’eventuale presenza di “acceleranti”. E si potrà dunque comprendere se a far partire l’incendio sia stata una sigaretta, una candela o un qualche braciere improvvisato acceso per difendersi dal
freddo.
Il fatto è che su quelle scale, e pure nel cortile sul retro, i soccorritori hanno trovato una quantità non indifferente di materiale infiammabile: scatoloni ammassati, contenitori di polistirolo e pure degli pneumatici. E proprio la presenza di tutto quel materiale, oltre a essere oggetto di accertamenti sia da parte della squadra mobile della polizia che della sezione reati ambientali della polizia locale, avrebbe favorito il rapido propagarsi delle fiamme.
Il tentativo di fuga
Al netto della causa del rogo, sta di fatto che alle 8.55 - quando le turiste si accorgono del fumo - il fuoco ha già avvolto completamente le scale di servizio sul retro. E mentre pompieri e agenti della locale portano in salvo una ex professoressa che vive all’ultimo piano, nulla hanno potuto fare per strappare alla morte il clochard francese.
Il corpo di Gervais è stato ritrovato appena entrati dalla porta in legno, quella che non si chiudeva bene. Era riverso sulle scale, in un angolo. Quasi certamente si è accorto del rogo, deve aver provato a scendere la rampa ma il fumo ha avuto la meglio. E ha così ha perso i sensi. A pochi metri dalla salvezza. La Procura ha aperto un’inchiesta. La polizia ha già sentito decine di testimoni. Oggi sarà affidata l’autopsia.
Sei ore dopo la grande mobilitazione, piazza Duomo inizia a svuotarsi. I residenti tornano nelle loro case. Dove ci vorranno settimane per liberarsi dell’odore del fumo, eco di una tragedia con vista sulla città turistica.
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