Paratie, 9 anni buttati. Butti: «I magistrati paghino per i loro errori»

I politici Il sottosegretario FdI: «Epilogo prevedibile». Molteni: «La politica deve poter fare scelte in autonomia». Braga: «La via penale non può inibire l’amministrazione»

Tempi della giustizia lumaca, reputazione (che in politica è tutto) rovinata, necessità di introdurre la responsabilità dei magistrati ed effetti irreversibili sull’amministrazione. Sono i temi su cui riflette la politica a pochi giorni dalla sentenza della Cassazione sul caso paratie con l’assoluzione arrivata nove anni dopo l’avvio dell’inchiesta.

«In passato - dice Alessio Butti (FdI) sottosegretario alla presidenza del Consiglio - avevo dichiarato che, conoscendoli, mi era pressoché impossibile coniugare persone come Lucini, Gilardoni e Ferro all’aspetto corruttivo. E a maggior ragione sono attonito poiché la sentenza della Cassazione ha sancito, con clamoroso ritardo, quanto era prevedibile. In questi anni abbiamo visto persone, evidentemente innocenti, sbattute in prima pagina con conseguenze, per loro, pesantissime dal punto di vista politico, professionale, familiare e reputazionale. Qualcuno ha evidentemente sbagliato: chi paga? Ho massima fiducia nella magistratura ma quando processi orditi su basi oggettivamente opinabili vengono protratti per lunghi anni si generano conseguenze personali e anche amministrative incalcolabili. Per anni i comaschi hanno vissuto una situazione insostenibile che grida vendetta con il blocco del cantiere, il paesaggio deturpato con danni di natura economica e di immagine e questo perché chi ha iniziato l’azione giudiziaria non ha considerato tutte le conseguenze. Come esiste la responsabilità per il politico, il medico, il giornalista, deve esistere anche per il magistrato che sbaglia. Non vuol dire che non deve iniziare le indagini, sarebbe troppo facile, ma le deve svolgere senza pregiudizi».

E ancora: «Quando Lucini disse “l’Anac non è la Bibbia” aveva ragione. Molti chiedono il parere preventivo ad Anac perché temono il magistrato avventuriero. E per una interpretazione non faccio un tunnel? Non realizzo opere? Non miglioro vita ai cittadini? Serve equilibrio e buon senso: la legge è la legge e un’interpretazione resta tale».

Autonomia della politica

Il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni (Lega) dice: «Sono stato dieci anni in commissione Giustizia e non troverete mezza dichiarazione mia contro un magistrato, ma come viene riconosciuta autonomia e indipendenza della magistratura così deve essere riconosciuta autonomia e indipendenza della politica nelle scelte che fa. A volte vedo invece interventi a gamba tesa e l’esempio eclatante è il processo a Salvini perché ha fatto il suo dovere».

Poi aggiunge: «Le inchieste devono essere condotte nella garanzia di tutti, ma in tempi molto più rapidi. Qui per anni una amministrazione, la città e la vita di alcuni politici sono stati stravolti. Si deve lavorare sui tempi: l’impegno deve essere quello di sostenere e difendere riforme e processi e organizzativi che portino alla definizione molto più rapida dei contenziosi». E sulla responsabilità dei magistrati precisa: «Oggi è indiretta ma non funziona. Separazione delle carriere, velocizzazione dei processi, e nuove regole sulla responsabilità civile sono all’attenzione del governo e del parlamento non per penalizzare qualcuno ma per migliorare e rendere più efficiente il sistema giustizia nell’interesse dei cittadini».

La capogruppo alla Camera del Pd Chiara Braga evidenzia come ci sia «bisogno di trovare un giusto equilibrio»: «Ovviamente l’operato della pubblica amministrazione, a tutti i livelli, deve rispondere alla legge oltre che al giudizio dei cittadini, ma quello che non può accadere è che la via penale diventi il modo per inibire e paralizzare l’azione amministrativa».

Il deputato di Forza Italia Paolo Emilio Russo esprime «solidarietà umana e politica a Lucini per l’ingiustizia che lo ha colpito. Il suo caso, che purtroppo non è isolato, dimostra due cose: è necessario lavorare perché la giustizia sia più rapida oltre che efficace. La seconda riguarda la necessità di norme che tutelino i sindaci e gli amministratori locali. Abbiamo approvato lo “scudo erariale” per i sindaci e stiamo per approvare la “Salva sindaci”».

Presunzione d’innocenza

Infine l’assessore regionale Alessandro Fermi: «Il principale problema è la lungaggine. È evidente come in questo caso si sia rovinata la vita a tante persone e la carriera politica a Lucini oltre che condizionato il buon andamento dell’amministrazione. L’altro tema è la presunzione di innocenza: soprattutto in ambito politico, se uno è indagato ha conseguenze in termini di credibilità e immagine irrecuperabili».

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