Paratie, la Regione conferma il ritardo
«Guai per il fondale, ma recupereremo»

L’assessore Sertori ieri ha incontrato i tecnici e annuncia modifiche al progetto «Interessati gli ultimi 70 metri, si userà un sistema diverso per mettere i pali»

Problemi nell’infissione delle cosiddette “palancole” verso riva e un ritardo di un paio di mesi sul programma. Dopo la notizia pubblicata da “La Provincia” la Regione ieri ha confermato quello che sta succedendo sul lungolago, dove sono in corso i lavori per la realizzazione delle paratie antiesondazione.

Gli effetti sul marciapiede

La questione è semplice: nel momento dell’infissione le palancole vanno a scontrarsi con pietre di grosse dimensioni e detriti posizionati sul fondale e, quindi, si spostano. Proprio le continue e pesanti sollecitazioni per cercare di ancorarle stanno avendo ripercussioni anche sul marciapiede sistemato nel 2017 che presenta cedimenti e grosse crepe.

Nel pomeriggio di ieri l’assessore regionale agli Enti locali Massimo Sertori ha incontrato gli ingegneri e i tecnici che stanno seguendo la maxi opera. «A fronte di un totale di 360 metri di palancolato perimetrale della vasca A, strutture provvisionali per consentire lo svuotamento dell’acqua e la conseguente costruzione della vasca - ha spiegato in una nota - 70 metri hanno comportato problemi di infissione a causa di materiale di tipo grossolano presente sul fondo, come rilevato dalle indagini geognostiche a suo tempo effettuate sull’area». Problema, questo, che comporterà una modifica progettuale. «Una volta costruita la vasca A - ha aggiunto - le palancole di cinturazione saranno rimosse perché non hanno alcuna funzione rispetto all’opera. Pertanto, a fronte del tentativo di aumentare lungo i 70 metri di palancole la capacità di perforazione e non volendo aggravare le condizioni per le vibrazioni a contorno, si procederà con l’esecuzione, solamente per questo tratto, di pali con messa in opera con un sistema a rotazione, come quelli già realizzati». Come anticipato, è infatti stata scartata l’opzione di utilizzare un macchinario più grosso, che avrebbe rischiato di danneggiare non solo il marciapiede, ma pure la strada e i palazzi affacciati sul lungolago. Da Milano hanno garantito che «l’area interessata è costantemente monitorata attraverso appositi sensori che registrano qualsiasi movimento causato dalla lavorazione».

Nessuna indicazione su eventuali costi aggiuntivi determinati dal nuovo tipo di lavorazioni. Ma la conferma dei tempi più lunghi che, però, Sertori conta di recuperare. Ha parlato infatti di «uno slittamento rispetto al cronoprogramma, valutabile in circa due mesi, tempo che potrà essere recuperato nelle fasi successive di realizzazione dell’opera».

Il Comune chiede verifiche

Nel frattempo anche il Comune di Como ha alzato le antenne. Sia il sindaco Mario Landriscina che l’assessore ai Lavori pubblici Pierangelo Gervasoni sono stati sul cantiere per verificare il cedimento del marciapiede e contatteranno il Pirellone nelle prossime ore.

Da Milano è arrivata ieri anche un’altra notizia, e cioé che sono pronti i prototipi delle paratie vere e proprie, che dovranno proteggere la città dalle esondazioni. «Parallelamente alla fase di cantiere - ha fatto sapere Sertori - avanzano i lavori commissionati ad una azienda della provincia di Belluno, la quale sta predisponendo il primo prototipo del sistema delle paratie sulle quali sono iniziate le verifiche funzionali per arrivare al nullaosta per la produzione».

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