Parcheggi più cari, la rabbia di chi lavora: «Così ci costa troppo»

Sosta Confartigianato: «Servono agevolazioni» - Gambarotto: «Diventa impossibile trovare personale» - E c’è chi si fa venire a prendere da mamma e papà

Parcheggi più cari, i lavoratori protestano. Commesse, parrucchiere, piccoli artigiani, negozianti, da questo mese si lamentano perché parcheggiare in centro è più costoso. Non solo per i clienti e per i turisti, ma anche per quei dipendenti che raggiungono il capoluogo per lavorare.

«Abbiamo ricevuto sollecitazioni da molte piccole imprese in centro – spiega Roberto Galli, presidente di Confartigianato – e visto il grosso segnale di preoccupazione stiamo provando a trovare una mediazione con il Comune. I dipendenti, specialmente chi arriva dalla provincia, devono pagare di più per parcheggiare dovendo venire a lavorare in città. Vorremmo proporre delle agevolazioni per queste persone».

Non solo residenti

L’amministrazione comunale ha anticipato che prossimamente intende inserire uno sconto per i residenti, far pagare meno la sosta a chi abita in città inserendo la targa nei parcometri. «Proporremo lo stesso sconto anche per i lavoratori – suggerisce Galli – questa è la direzione verso la quale ci stiamo muovendo». Trovare personale altrimenti diventa difficile. Molti prima pagavano la tariffa forfait da tre euro in zona stadio e viale Geno, altri, come tanti studi professionali, avevano gli abbonamenti all’autosilo di via Auguadri. Tolta la cosiddetta zona rossa, la più centrale, dove lasciare la macchina tutto il giorno già prima non era molto economico, anche nelle vie attigue al mercato o alla stazione Como Borghi la tariffa oraria è passata da 0,5 centesimi a un euro.

«È un problema serio, ci lamentiamo sempre perché non riusciamo più ad assumere addetti – dice Ornella Gambarotto, imprenditrice comasca con diversi saloni di bellezza in città – Ma come li trovo nuovi lavoratori se per parcheggiare devono lasciarci un bel pezzo dello stipendio? Capisco far pagare di più turisti e clienti, ma le mie ragazze non possono permettersi tariffe così alte». Erica Riva e Denisa Preda, due estetiste di 21 anni, per non prendere la macchina e pagare il parcheggio la sera si fanno venire a prendere a turno dai genitori. «Abitiamo ad Alzate Brianza e Orsenigo – raccontano – veniamo in bus, anche se da quest’anno costa parecchio di più e le corse saltano sempre. Solo che per gli ultimi appuntamenti la sera finiamo il turno alle 21.30 e di pullman non ce ne sono più. E così per evitare di lasciare l’auto in parcheggi troppo costosi chiediamo un passaggio ai nostri genitori».

L’amministrazione però ha lasciato dei parcheggi gratis nella zona del cimitero maggiore e poi ci sono le grandi aree di sosta esterne dove la sosta costa un euro tutto il giorno.

L’autosilo Valmulini

«Ma parcheggiare in Valmulini oppure venire in treno non è semplice – spiega il titolare del negozio Tezenis in città murata, Andrea Piccoli - per chi fa certi orari o per chi come noi ha pacchi da trasportare. Noi veniamo a lavorare in città dalla provincia di Varese e il Comune ci ha tolto con poco preavviso il nostro abbonamento all’autosilo. Per fortuna abbiamo trovato in fretta un posto privato, anche se è all’aperto, è lontano e ci costa di più». Insomma, all’interno di queste categorie c’è un po’ di malcontento. «I dipendenti che vengono da fuori hanno bisogno di soluzioni sostenibili – dice Sergio Ferrario, negoziante di via Manzoni già presidente di Confesercenti – sarebbe stato meglio aumentare le tariffe dopo aver costruito nuove aree per la sosta. Mi riferisco, per esempio, alla nuova Ticosa».

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