Cronaca / Como città
Lunedì 04 Marzo 2024
Passa il referendum sulla tredicesima, sorridono gli ex frontalieri in pensione
Oltre confine Il 58% dei votanti (il 70% in Canton Ticino) si è dichiarato a favore della misura - La svolta costerà 4 miliardi. Respinta la proposta di alzare l’età pensionabile da 65 a 66 anni
Da qualsiasi prospettiva la si guardi quella di ieri è starà una giornata storica per la vicina Svizzera. Già perché grazie ad una doppia maggioranza qualificata - elettori e Cantoni (ben 16 su 26) - è stata approvata in modo a dire il vero inaspettato la tredicesima mensilità Avs. Il che significa che con il 58% dei voti a favore dal 2026 la pensione di vecchiaia vedrà all’incasso una mensilità in più, discorso che riguarda anche gli ex frontalieri e chi tra i nostri lavoratori andrà in pensione a far data dal debutto di questa storica novità del sistema previdenziale svizzero in poi.
Per rendere il concetto in termini pratici, pensionati ed ex pensionati si vedranno riconoscere tra i 100 ed i 200 franchi in più su base mensile.
Per diretta conseguenza, quello di ieri ha rappresentato anche un test importante per la tenuta delle casse federali, considerato nel primo anno dall’entrara in vigore bisognerà prevedere un esborso superiore ai 4 miliardi di franchi, 800 milioni dei quali in capo alla Confederazione.
Da segnalare nel contesto di questo atteso e dibattuto quesito popolare che il Ticino (con il 70,98% dei voti a favore) è stato tra i Cantoni che hanno promosso in maniera più convinta l’introduzione di una tredicesima mensilità Avs cioè sulla pensione di vecchiaia.
Lo stesso Cantone di confine è stato tra quelli che hanno bocciato in maniera più sonora l’altro quesito in votazione (a livello federale) ovvero l’innalzamento di anno dell’età in cui andare in pensione, da 65 a 66 anni. Quesito bocciato da una larga parte dell’elettorato in tutti i Cantoni.
Tornando al via libera alla tredicesima mensilità connessa all’Avs tra i primi commenti in presa diretta c’è da registrare su questo lato del confine quello di Sergio Aureli, esperto di questioni transfrontaliere.
«Quello emerso dalle urne è un risultato importante e inaspettato per quel che concerne il destino della tredicesima Avs - le sue parole - importante perché permetterà a tutti i pensionati, inclusi gli ex frontalieri, dal 2026 di poter ricevere un’ulteriore mensilità. Chiaramente questa misura avrà un costo elevato, considerato che contemplerà un esborso ad oggi stimato tra i 4 ed i 4 miliardi e mezzo di franchi. Si tratta di un’importante iniezione di fiducia per l’economia, considerato che aumenterà il potere d’acquisto dei pensionati. Ora servono però altre misure a stretto giro per ridare slancio all’economia ticinese e dell’area insubrica. Di sicuro si tratta di un risultato importante che verrà a lungo ricordato».
Ora la parola passa però al Governo e al Parlamento che dovranno definire con quali modalità dare degna continuità al volere popolare ovvero se licenziare la tredicesima Avs in un’unica soluzione o su base mensile. Contestualmente il Governo dovrà anche trovare una modalità operativa per colmare il gap degli 800 milioni di franchi necessari a finanziare la tredicesima Avs. C’e’ chi parlare di un ulteriore aumento dell’Iva di un punto percentuale. Iva che passerebbe così dall’8,1 al 9,1%.
Numerose e qualificate le reazioni al voto popolare. Economiesuisse i particolare si e’ detta «sorpresa dell’entità raggiunta dai voti a favore, definendo la situazione difficile per lo squilibrio generazionale che verrà a crearsi a stretto giro, con sempre più pensionati e meno giovani a contribuire alle pensioni».
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