«Pazienti sempre più aggressivi in pronto soccorso»

La denuncia Insulti, episodi di tensione e violenza nel racconto degli operatori dell’emergenza: «Il livello di insofferenza sta crescendo»

Insulti, episodi di tensione, vere e proprie aggressioni, in Pronto soccorso rischi e pericoli per sanitari e guardie sono all’ordine del giorno. Anche a Como rimbalzano nei reparti di emergenza urgenza testimonianze di familiari e pazienti che hanno dato in escandescenze, persone spesso con problemi di tipo sociale e psichico, la notte nelle sale d’attesa si nascondono anche i senzatetto. Categorie e federazioni dei camici bianchi chiedono da tempo maggiori garanzie.

Gettonisti e neolaureati

«Il livello di insofferenza della popolazione sta salendo – ragiona Michele Nicastro, specialista del Sant’Anna e segretario provinciale di Cimo, sindacato dei medici ospedalieri – e il Pronto soccorso per tanti motivi è uno dei principali luoghi bersaglio. Il ritornello troppo spesso ripetuto delle ore di attesa, delle prestazioni a pagamento, degli specialisti che mancano, contribuisce a far diventare la gente più aggressiva. Così trovare colleghi disponibili a coprire i turni è sempre più difficile». È una questione di organico e riconoscimenti economici.

«In tanti Pronto soccorso restano i gettonisti e giovani medici neo laureati – commenta Salvatore Sciascia, infermiere dell’Asst Lariana – e del resto l’azienda ospedaliera più che continuare ad aprire bandi di concorso non può fare, servono maggiori incentivi. Purtroppo negli anni ha chiuso il Pronto soccorso di Mariano Comense, sta facendo la stessa fine quello di Menaggio, il presidio di Cantù non lavora come dovrebbe, la medicina sul territorio non aiuta, dunque il Sant’Anna deve resistere ad una pressione sempre maggiore». I problemi al Pronto soccorso sono però in parte anche un fatto culturale. «I cittadini non capiscono che la precedenza è data ai pazienti più gravi – spiega Roger Trad Milad, ex ospedaliero che ha preferito la carriera da pediatra di libera scelta – tutti si arrabbiano perché vedono altri pazienti passare davanti. Nel fine settimana in troppi usano il Pronto soccorso per bisogni di cura lievi, tutti codici bianchi che non vogliono aspettare il medico di famiglia il lunedì». Il momento del triage, della prima valutazione, merita secondo molti medici un affiancamento per garantire maggiore sicurezza.

Senzatetto e psichiatrici

«Possono capitare situazioni tese, vediamo spesso senzatetto, casi psichiatrici, ma anche familiari poco educati – dice David José Carrizales, medico peruviano in forze al Pronto soccorso del Valduce – polizia e carabinieri sono sempre disponibili, ma penso che ci sia più bisogno di vigilanti e forze dell’ordine, soprattutto nei presidi più grandi». Il servizio di vigilanza dell’Asst Lariana ha chiesto più tutele e un supporto delle forze dell’ordine più continuativo. I vertici dell’ospedale da tempo hanno aperto un dialogo. «I lavoratori vittime di violenza devono essere messi nelle condizioni di segnalare gli episodi di aggressione – commenta Alessandro Micello, risorsa sindacale dell’Asst Lariana - devono essere sempre tutelati nelle azioni di rivalsa, in particolare dall’ente. Spesso, infatti, la paura di ripercussioni anche al di fuori dell’ambiente di lavoro e i costi delle azioni legali spingono il personale a rinunciare al proprio diritto di sporgere querela contro gli aggressori».

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