Pd e Cinque Stelle
Ora anche a Como
tira aria di accordo

La piattaforma Rousseau dice sì a intese locali. Orsenigo: «Nessuna preclusione rispetto a un’alleanza». Currò: «Ma serve prima condividere idee e programmi»

La piattaforma Rousseau il 14 agosto ha detto “Sì”. Il Movimento 5 Stelle ha portato a casa il via libera degli attivisti al terzo mandato per i sindaci e alla possibilità di sottoscrivere intese locali con altri partiti.

A Como il cambio di pelle del Movimento, che secondo lo stesso Di Maio «sta affrontando una prova di grande maturità e sta evolvendo», ha già smosso i primi equilibri e aperto possibili vie di confronto verso le elezioni amministrative del 2022.

Da movimento a partito?

«La prima riflessione che mi sento di fare è che il Movimento 5 Stelle è diventato un partito – evidenzia il consigliere regionale del Pd, Angelo Orsenigo – Quando si è una forza maggioritaria di Governo e si vuole governare bene è ovvio che si pensi a dotarsi di una struttura interna e si lavori per cambiare la propria organizzazione». Detto ciò Orsenigo sposta il focus sul territorio, sull’intesa a cui Pd e M5S potrebbero lavorare, in modo da fare argine al fronte dei partiti di destra che oggi guidano la città: «Non c’è mai stata e non c’è nemmeno ora alcuna preclusione a un’alleanza con i 5 Stelle. La linea l’ha tracciata il segretario nazionale Zingaretti, dicendo “Sì” alle alleanze, ma “No” alla Raggi. In sostanza se ci saranno dei contenuti condivisi e un programma di idee politiche condivise, e se potremo contare su persone valide, siamo pronti a lavorare insieme per dare la possibilità ai comaschi, alle prossime amministrative, di avere un’alternativa alla politica che oggi non governa la città».

Sulla necessità di far fare un cambio di passo a Como concorda anche il parlamentare dei 5 Stelle, Giovanni Currò: «Como è ferma da 20 anni. Il caso delle paratie è l’emblema di questo immobilismo, ma lo sono altrettanto quelli della Ticosa e della situazione del traffico urbano. La buona politica la fanno le idee e le persone, se c’è la convergenza su un programma noi non ci precludiamo la possibilità di lavorare con nessuno». Ma Currò mette i puntini sulle i: «Abbiamo votato la possibilità di fare alleanze locali (ed il mio voto è stato affermativo a entrambi i quesiti proposti), con qualsiasi forza politica, non solo con il Pd. A Lecco ad esempio, dove a settembre si correrà per le amministrative, con il Pd non è stato possibile stringere nessun accordo, perché seduti al tavolo ci hanno divisi temi importanti come la loro idea di pensare alla gestione rifiuti ancora nell’ottica degli inceneritori». Currò lo ribadisce: «Prima i contenuti e poi il resto. Anche dopo questo voto siamo rimasti gli stessi, con le stesse priorità, non siamo diventati partito, ci interessa governare con la partecipazione. Oltre 40mila persone che il 14 agosto hanno votato tramite la piattaforma Rousseau mostrano il successo della nostra idea di democrazia».

Nulla di automatico

E se Currò frena sulle alleanze future con il Pd e non dà niente per scontato anche Fabio Aleotti, consigliere comunale a Como per i 5Stelle, lo appoggia: «Le alleanze a livello locale devono comunque essere valutate caso per caso sulla base delle singole specificità. Certo, la votazione di ieri sulla piattaforma Rousseau apre la possibilità di stringere alleanze con il Partito Democratico. Ma se focalizziamo la nostra attenzione sulle prossime elezioni amministrative della città di Como, in programma nel 2022, non cambia nulla. A tempo debito bisognerà valutare la convergenza tra i programmi, quindi ogni eventualità di ipotetici accordi in questo momento è troppo prematura».

Anche Tommaso Legnani, segretario cittadino del PD, pone l’accento sulle proposte specifiche per la città:«In vista delle amministrative lavoreremo senza pregiudizi nei confronti di tutte le forze politiche di opposizione. Con i 5 Stelle anche in Consiglio comunale abbiamo già portato avanti diverse battaglie insieme. Il creare una coalizione non sarà però automatico, è necessaria la convergenza sui contenuti dell’azione politica futura».

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