
Cronaca / Como città
Lunedì 07 Aprile 2025
Pendolari e turisti: «Riprendiamo
il metro via lago»
Mobilità Il presidente degli albergatori Luca Leoni rilancia il collegamento “circolare” in città e centro lago: «Quattro possibili percorsi: dalla città all’Alto Lago»
Alleggerire il traffico stradale e aumentare la mobilità lacuale attraverso delle navette via lago, battellini che lavorino come vere e proprie circolari per collegare con una certa frequenza punti strategici della città, così come del basso e dell’alto Lario.
L’idea
Questa l’idea rilanciata da Luca Leoni, presidente degli albergatori comaschi, sulla scia di quanto venne realizzato, venticinque anni fa, dal sindaco Alberto Botta e dall’assessore Nini Binda. Un progetto visionario in una città in cui il turismo era sì sviluppato, ma con numeri ben distanti dagli attuali; un progetto inspiegabilmente archiviato nonostante un ottimo riscontro in termini di passeggeri.
«L’idea fu mia e quando la sottoposi all’allora direttore della Navigazione, Massimo Checcucci, prima disse no, salvo poi ripensarci alla condizione che noi come Comune facessimo due piani di parcheggio a Tavernola, opera a cui poi abbiamo dato seguito - dice Binda - con la fine del mandato tutto è stato fatto morire e mi fece una grande rabbia scoprire che qualche anno più tardi un progetto del genere fu varato a Ginevra».
Quella che fu battezzata “metropolitana del lago” che connettesse Cernobbio, Tavernola, Villa Olmo, Piazza Cavour, Sant’Agostino e Viale Geno. Ora Leoni pensa a qualcosa di più esteso, non solo per la città ma per tutto il ramo comasco, con collegamenti anche a quello lecchese. Un servizio che sarebbe sicuramente sfruttatissimo dai turisti, ma di non facile realizzazione per almeno due motivi: innanzitutto bisognerebbe individuare delle aree di parcheggio – al momento assenti o, comunque, non sufficienti - nei punti di partenza della navetta, così come potenziare l’organico e la flotta della navigazione, già oggi in difficoltà nell’andare incontro alla domanda nella bella stagione.
Gli ostacoli
Ci sarebbe da lavorarci, insomma, e sicuramente non si tratterebbe di un progetto che partirebbe nell’immediato, ma per Leoni vale la pena farci un ragionamento in prospettiva. Si per la città, sia per il Centro lago. «È uno di quei progetti che ho sempre spinto anche personalmente – conferma il presidente degli albergatori -. Io avevo una visione di alcune metropolitane leggere: una sulla falsa riga di quella del primo bacino, una da Argegno a Menaggio che potesse servire la Greenway e i vari paesini che si affacciano su quella parte del lago e che magari andrebbe ad alleggerire il traffico sulla Regina. Una in alto lago, che possa portare a scoprire determinati punti di interesse come il Museo della barca lariana, il Museo della Resistenza oltre che i paesi dell’alto lago, magari partendo da Bellano. Poi una sul promontorio di Bellagio dove stiamo realizzando parcheggi e infrastrutture di infopoint in quelle aree, infine l’ultima sulla zona di Lecco».
Un progetto ambizioso che ridarebbe fiato alla viabilità, oltre che essere comodissimo per chi non vuole usare l’auto. «Una filosofia completamente diversa di quella che può essere la gestione della navigazione – aggiunge Leoni - chiaro che quando ne abbiamo parlato, la navigazione ci ha sempre risposto che ha grossi problemi di organico e di battelli e quindi non è così semplice realizzarla, però noi ci speriamo. Una cosa su cui spingo da anni e per la quale avevo già sentito alcuni sindaci che erano favorevoli. L’idea sarebbe quella di alleggerire il traffico stradale e aumentare quello lacuale, ma anche pensare a mezzi veloci più indirizzati verso i pendolari, studenti e residenti che hanno l’abbonamento per dare loro una precedenza rispetto ai turisti, che comunque potrebbero avere delle corse veloci verso Como la mattina se devono partire».
Programmazione
E conclude, guardando al futuro: «È importante un piano industriale da parte della Navigazione che si prospetti per i prossimi quattro o cinque anni per arrivare a un discorso di questo genere. Non focalizzarsi sull’immediato, se non è possibile, ma prevederlo per il futuro».
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