Pendolari, incubo posteggi: cari o introvabili

Aree di interscambio I problemi maggiori a ridosso delle stazioni ferroviarie: a Camerlata i 300 posti non bastano. Stalli esauriti all’alba. A San Giovanni la tariffa mensile (aumentata) è ora pari a 70 euro. E dal 23 si paga a Tavernola

Servono parcheggi nelle aree di interscambio. I pendolari continuano a lamentare la mancanza di stalli per le auto alla stazione unica di Camerlata, una zona spesso battuta da vigili e ausiliari sempre pronti a fare multe a cui non rispetta la segnaletica e, per evitare di perdere il treno, lascia l’auto dove capita. Dopo anni di attesa, inaugurato il piazzale mesi dopo l’apertura della stazione, i nemmeno 300 parcheggi sono sottodimensionati. Il pagamento pensato dal Comune per garantire una maggiore rotazione non si è mai concretizzato, le interlocuzioni con la Regione per immaginare una sbarra si fanno attendere.

Intorno alle 6.30 è già tutto completo. L’anno scorso l’Agenzia del trasporto locale ha ricevuto mandato per potenziare le corse bus in via Scalabrini e sono possibili nuove modifiche da settembre, per spazi e possibilità le prime ipotesi non sono semplici da mettere in campo. Prossimamente l’azienda Steriline metterà a disposizione una sessantina di posti pubblici ricavati dalla trasformazione dell’attuale vicina motorizzazione.

«Al momento però non è cambiato niente – racconta Giorgio Livio, un cittadino comasco – mio figlio per andare all’università a Milano all’alba gira nel quartiere senza trovare un buco. Presa qualche multa per aver lasciato la macchina anche in zone dove non dava fastidio abbiamo iniziato ad accompagnarlo noi genitori. Adesso lascia l’auto alle vecchie piscine di Muggiò e si fa più di un chilometro a piedi. Ho scritto al Comune, anche via pec, ma non mi hanno mai risposto». «La situazione è un disastro non solo nel parcheggio della stazione – dice Valerio Pasca, un frontaliere – ma anche tutto attorno. Ben prima delle sette trovare un posto è un problema serio».

Alla stazione di Como San Giovanni avere l’abbonamento per un parcheggio è una vera fortuna, i 182 posti sono troppo pochi e c’è la lista d’attesa. Solo che da quest’anno l’area di proprietà delle Ferrovie è stata data in gestione ad una nuova società che come primo passo ha aumentato le tariffe, al mese occorre pagare 70 euro. Sul fondo del parcheggio peraltro ci sono detriti e rifiuti, compreso un piccolo accampamento di senzatetto.

A Tavernola invece il parcheggio c’è, solo che dalla prossima settimana non sarà più gratuito, ma si pagherà un euro al giorno (se si parcheggia a piano terra). Significa 20 o 25 euro al mese, racconta un gruppo di pendolari che lavora in centro e che è abbonato ai battelli della Navigazione.

Si tratta di donne, per lo più impiegate nel commercio che hanno consegnato in Comune una raccolta firme per chiedere a Palazzo Cernezzi almeno di stringere un accordo con la Navigazione che sia utile ai lavoratori. I due enti stanno dialogando, ma al momento non ci sono accordi. «Ancora però non ci hanno dato una risposta – spiega la prima firmataria Cristina Curti – e la sosta dovremo iniziare a pagarla da martedì».

Un altro possibile nodo di interscambio sfruttando i bus è l’autosilo Valmulini, anche qui la tariffa è un solo euro al giorno. Ma da quando l’ospedale Sant’Anna ha traslocato a San Fermo tutti i tentativi fatti per incentivare i cittadini ad usare questo parcheggio sono andati a vuoto. Nel bilancio del 2023 appena chiuso Csu, la società partecipata del Comune che gestisce la sosta, ha inserito il segno meno sotto questa voce. L’autosilo è stato utilizzato meno rispetto al 2022, per la precisione gli incassi sono scesi del 12%. Infine sempre a proposito di aree di interscambio c’è il parcheggio di Lazzago da 500 posti a un euro al giorno accanto alla stazione di Grandate Breccia.

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