Per salvare il palaghiaccio dalla crisi energetica serve stare uniti: l’appello delle società sportive

Il caso Dall’hockey al pattinaggio uniti: «Stiamo lavorando con il Comune e Csu per una stagione tranquilla». A preoccupare sono i costi energetici che potrebbero portare a ripercussioni sull’impianto come in altre città

«La crisi energetica è un grave problema che ci colpisce tutti ed è un motivo di preoccupazione comune, sul quale tutti gli attori coinvolti stanno cercando di trovare una soluzione». Le società sportive che utilizzano il palazzetto del ghiaccio di Casate, si sono mosse, con un’azione unitaria, dopo l’articolo pubblicato sul nostro giornale, con l’allarme per una possibile chiusura del “palaghiaccio” a causa del vertiginoso balzo in avanti dei costi per l’energia.

Il comunicato

Asga Como e Grg Como che svolgono attività di pattinaggio sul ghiaccio; Hockey Como, Hockey Clan Insubrians e Hockey Club Lupi Lariani che praticano l’hockey, hanno emesso un comunicato congiunto, confermando di «essere al corrente delle difficoltà ad affrontare l’aumento dei costi energetici e delle discussioni in corso al Comune di Como. Siamo certi - si legge nel comunicato - che uno dei pochi impianti rimasti funzionanti a Como non merita di essere chiuso e che il sindaco di Como e Como Servizi Urbani tutta stanno lavorando per consentire lo svolgimento di una stagione tranquilla». La stagione è decisamente alle porte con l’Hockey Como che inizia il campionato di Italian hockey league sabato (anche se il primo match è in trasferta) e con il pattinaggio che sta per “scaldare” le lame.

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Le società sportive: «Lavoreremo tutte insieme con passione»

Una chiusura, seppur solo ventilata, aprirebbe un dramma sportivo. «Tutte insieme lavoreremo con la passione che ci contraddistingue per consentire ai nostri sport olimpici il consueto svolgimento della stagione e con la consueta collaborazione saremo parte attiva con Comune di Como e Csu», la chiusura del comunicato. «Alle sette del mattino avevo già ricevuto diverse telefonate dalle società altoatesine che partecipano al nostro campionato - spiega Massimo Tacci, presidente dell’Hockey Como -.Volevano sapere se Casate sarà chiuso e se, di conseguenza, non avremmo potuto partecipare al torneo. Ho dovuto rassicurarli, spiegando che, al momento, non c’è nulla di certo e che tutti stanno lavorando per evitare “il peggio”».

Un peggio che però potrebbe materializzarsi anche senza la chiusura del palazzetto. «Il problema dell’aumento vertiginoso dei costi dell’energia è sotto gli occhi di tutti - prosegue Tacci -. Nel caso le “bollette” si gonfiassero ancora di più, per noi sarebbe un «bel problema». Abbiamo già ritoccato verso l’alto, anche se in maniera contenuta, le quote di iscrizione per le categorie giovanili. Perché noi non siamo solo la prima squadra, ma abbiamo anche una “cantera” (che può contare su 200 tesserati) che, per la prima volta quest’anno, copre tutte le categorie (dall’Under 9 all’Under 19 passando per le Under 11,13,15 e 17). Per il momento siamo tra le società con i costi delle quote più basse in Lombardia. Se fossimo costretti a raddoppiarle, sarebbe un disastro e non so quante famiglie potranno sopportare un simile aumento».

Il nodo energia elettrica

Una crisi diffusa in tutta Italia

Il costo da tenere sotto controllo, nella speranza che non vada alle stelle ancor di più di quanto sia ora, è quello dell’energia elettrica, indispensabile per far funzionare i compressori per la produzione del ghiaccio che è la “materia indispensabile” per praticare l’hockey e il pattinaggio. La crisi dei palazzetti del ghiaccio è diffusa in tutta Italia. Nei giorni scorsi hanno chiuso, per le bollette troppo salate, Pieve di Cadore, Alleghe e San Donato Milanese. Impianti che però sono aperti tutto l’anno (e non solo come Casate che è utilizzabile da metà settembre a fine aprile) e che hanno accusato il colpo, già nel mese di agosto, del balzo in avanti dei prezzi dell’energia elettrica.

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