Piace il metodo finlandese a scuola: «Alunni più autonomi e propositivi»

Como centro La sperimentazione partita quest’anno alle medie sta dando ottimi risultati. Premiati gli studenti

Tanto lavoro in classe con pochissimi compiti a casa, massima collaborazione con i compagni, maggiore spirito d’iniziativa e autonomia. Sono questi gli effetti del nuovo metodo d’insegnamento adottato alle scuole medie dell’Istituto comprensivo di Como Centro che prende esempio dal Mof, modello organizzativo finlandese. Una novità introdotta all’inizio dell’anno scolastico in maniera sperimentale ma che sta già dando dei risultati, come confermano i docenti, ma lo dimostra anche la recente vittoria al concorso “A City in mind. I Sensi della Città” organizzato da Fondazione Triulza.

Iniziativa e autonomia

Gli studenti di 1B – la classe che sta seguendo il nuovo modello - hanno infatti dato vita a una mostra multisensoriale e accessibile anche a persone con disabilità, dedicata all’artista giapponese Yayoi Kusama e alla poetessa Alda Merini. «Secondo noi il nuovo metodo sta funzionando bene, anche questa vittoria è stata una conferma – evidenzia Giulia Silieri, docente di lettere - Abbiamo visto molto più spirito di iniziativa e più autonomia. Alla premiazione, ad esempio, c’erano quattro nostri ragazzi e tutti avevano qualcosa da dire, hanno parlato senza grosse difficoltà o timidezza, come invece è capitato ad altri. Un lavoro svolto con la consapevolezza di quello che facevano e con uno scopo. Kusama e Merini, pur distanti, hanno avuto una storia simile ed entrambe si sono trovate a fare i conti con una disabilità, è stato quindi proposto ai ragazzi di fare una mostra accessibile a tutti che le potesse raccontare e da loro sono partite idee di lavori».

Il podcast

Sono quindi nati un albero illustrato, un podcast, un’intervista doppia, un libro tattile. «Gli alunni hanno lavorato in gruppi e quindi non hanno fatto tutti la stessa cosa, ma sono stati divisi a seconda delle proprie inclinazioni – aggiunge la professoressa - Un lavoro molto diverso rispetto a quello che avrei fatto in una tradizionale prima, ma comunque con attività che contribuiscono a sviluppare le competenze di lettura, scrittura, grammatica e così via. Questo modo di lavorare sempre in classe e con pochissimi compiti a casa, metodologie didattiche collaborative e lavoro finalizzato a un risultato che si possa vedere sta dando i propri frutti, almeno da quello che abbiamo visto facendo un confronto con altre classi. È aumentata l’autonomia e lo spirito d’iniziativa e lavorando sempre insieme ci si aiuta, dove non arriva uno arriva l’altro. Abbiamo visto dei risultati anche per quanto riguarda il piacere di stare a scuola».

E conclude Silieri: «Anche come consiglio di classe abbiamo lavorato bene, pur tenendo in considerazione che è una sperimentazione. Da parte dei genitori abbiamo avuto un apprezzamento praticamente unanime, hanno visto i ragazzi motivati e felici di venire a scuola».

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