Picchiava il padre per i soldi: condannato a due anni

Il processo Il genitore aveva cercato di impedire che il figlio sperperasse il denaro lasciato da sua madre

Il padre aveva cercato di aiutare il figlio, impedendo che questo utilizzasse i soldi che gli erano stati lasciati in eredità dalla madre solo per comprarsi la droga, sperperandoli e uccidendosi nello stesso tempo. Il figlio, tuttavia, accecato dalle sostanze stupefacenti e non capendo le intenzioni buone del genitore, aveva iniziato a picchiarlo. Non una volta, ma in più occasioni.

Il padre aveva provato a “salvare” il figlio, di 33 anni, dicendo che – dopo una iniziale denuncia querela formalizzata – le cose erano un po’ migliorate, che con quel ragazzo che lo faceva disperare aveva iniziato un dialogo. Ma tutto è durato troppo poco e in altrettanto poco tempo i maltrattamenti erano cominciati di nuovo.

L’unico epilogo possibile per questa triste vicenda, insomma, è stata l’aula di tribunale di fronte al giudice Carlo Cecchetti. Il figlio, assistito dall’avvocato Maruska Gervasoni, ha scelto la via del patteggiamento quantificato in due anni (con l’accordo del pm Antonia Pavan) dopo la riqualificazione dei reati da maltrattamenti in famiglia ed estorsione ad esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

Il gup ha però preteso un percorso di disintossicazione da compiere in apposite strutture. Il padre più volte era stato costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso, una volta dopo essere stato preso per il collo, un’altra al termine di una colluttazione conclusa con sei giorni di prognosi. Il tema dei litigi era sempre lo stesso, soldi per potersi comprare gli stupefacenti. I fatti contestati arrivano fino al 29 luglio del 2022.

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