Cronaca / Como città
Sabato 03 Agosto 2024
Piscina di Muggiò: «Da sola non sopravvive, serve un hotel»
L’idea L’ex presidente dell’Ice Club lancia la proposta: «Partnership associazioni e privati. Struttura ricettiva per attirare atleti da tutto il mondo»
Il suo nome compare nelle carte del progetto di riapertura della piscina di Muggiò nel 2021. Non se ne fece nulla, ma lui non si è perso d’animo. E «per non sprecare anni di esperienza su questo tema» si è rimesso davanti alle tavole per sfornare «il sogno nel cassetto». Un centro natatorio all’avanguardia per la città di Como. Nicola Tettamanti di professione fa l’architetto. ma per anni è stato parte integrante (in un frangente anche presidente) dell’Ice Club Como che la piscina di Muggiò conosceva molto bene.
La proposta
«L’impianto di Muggiò - spiega - aveva un suo senso negli anni 70 e 80. Certo, oggi sarebbe manna avere quella piscina, ma visto che riaprirla è impossibile a questo punto serve un progetto diverso e più alto. Un progetto che riesca a essere competitivo anche economicamente parlando». Tettamanti è un profondo conoscitore del mondo degli impianti per il nuoto: «In Lombardia, oggi, ci sono pochissime piscine all’altezza. Ormai le vasche per le gare richiedono tutte dieci corsie, una seconda vasca per gli allenamenti e il riscaldamento degli atleti».
Partiamo dunque da qui, dall’idea del nuovo impianto: «Ho pensato a tre vasche: quella grande da 25 metri per 50, che può essere trasformata per le varie occasioni in due vasche da 25 metri. Quella piccola, con 6 corsie, pensata anche per i tuffi dal trampolini fino a 3 metri e infine la vasca per l’acquaticità, profonda 90 centimetri». I costi di realizzazione, ma soprattutto di gestione, di un simile impianto sono enorme. Come rientrare dalle spese? «Vero, la piscina non è un generatore di ricchezza. Quindi servono diverse fonti di reddito. Da qui l’idea di sfruttare la forte valenza turistica della nostra città con la realizzazione di un albergo che però sia anche funzionale all’impianto stesso. Che abbia in parte anche la funzione di foresteria per ospitare gli atleti, in occasioni di gare». Secondo l’architetto Tettamanti «la presenza di una struttura simile avrebbe il pregio di attrarre atleti interessati e interessanti, così fa farli crescere. E il centro comasco potrebbe diventare una sorta di centro federale del nuoto».
Fin qui il sogno. «Le problematiche sono molte, inutile negarlo - conferma - Innanzitutto la localizzazione. La sola possibile è la zona di Muggiò, dove però il terreno è pubblico. Bisognerebbe passare da una gara, a meno di non fare come si è fatto per l’Arena del basket a Cantù». Ma chi ci metterebbe i soldi? «Serve un soggetto privato per investire e gestire la struttura ricettiva. Accanto bisognerebbe creare una società sportiva, magari unendo quelle comasche di nuoto, che possa avere in gestione il piano vasca».
Il progetto in Regione
Nel suo progetto, l’ex presidente di Ice Club Como ha anche pensato ai costi soprattutto a quelli di gestione, con uscite ed entrate. L’architetto Tettamanti la butta lì: «Io i progetti li ho fatti. E sarebbe bello, se qualcuno fosse interessato, parlarne. Al momento l’unica risorsa che posso offrire è il mio tempo e le mie conoscenze. L’importante è che si ritorni a parlare di Muggiò».
Proprio ieri vi abbiamo raccontato come una oscura (il Comune non ha rivelato il nome) società ha presentato in Regione il progetto per un partenariato pubblico-privato per la realizzazione, il finanziamento, la gestione e la manutenzione del centro natatorio e del palazzetto dello sport. Qualcosa, insomma, sarebbe in movimento. Se sia un libro dei sogni o qualcosa di più concreto, solo il tempo lo dirà.
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