Pochi infermieri sul territorio? La replica del ministro: «andate a prenderli in India»

Salute Schillaci caldeggia la pista estera per il reclutamento. Ma per gli addetti lavori il problema è la lingua

Il ministro della Salute, in mancanza di infermieri, suggerisce di cercarli all’estero, magari in India. A Como però stiamo già importando infermieri indiani per coprire i buchi nelle Rsa.

Il ministro Orazio Schillaci è convinto serva «rivalutare le professioni sanitarie», ma nell’immediato non c’è modo di trovare un numero di infermieri sufficiente «se vogliamo veramente rafforzare la medicina territoriale». Quindi in attesa di aumenti salariali e nuovi percorsi di formazione la soluzione è «sottoscrivere accordi con Paesi stranieri». Alla stampa il ministro ha confermato un dialogo con l’India.

A Como la Rsa Giuseppine, come già annunciato l’anno scorso, ha di recente davvero fatto arrivare quattro infermieri dall’India per tramite di una cooperativa. La residenza per anziani è così riuscita a tamponare il suo fabbisogno nella rete delle case per anziani che gestisce a Como e provincia. «Il problema della chiamata dall’estero resta la lingua – commenta il presidente delle Giuseppine Patrizio Tambini – la fase di conoscenza dell’italiano è complicata per i professionisti sanitari giunti dall’altra parte del mondo».

Dunque è servito un momento di formazione oltre all’offerta di servizi come l’alloggio. Anche realtà come la Ca’ d’Industria hanno cercato di mettere sotto contratto infermieri stranieri, ma anche per la lingua oltre che per la burocrazia il tentativo non ha sortito effetto. Secondo l’Ordine degli infermieri di Como nel nostro territorio mancano almeno all’appello 300 infermieri. L’Asst Lariana ha appena aperto un bando per reclutarne addirittura 130. «Non basta aprire bandi – commenta Massimo Coppia, segretario della Funzione pubblica Uil del Lario – servono stipendi adeguati, vedi la nostra proposta per un’indennità di confine per evitare la fuga in Svizzera. Ma anche orari dignitosi e più welfare, flessibilità e servizi per in lavoratori della sanità».

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