Polemica sull’“ordine” dato alla polizia. Comasco alla guida del corteo neofascista

Scontri a Bologna L’ex candidato sindaco di Forza Nuova agli agenti: «Abbassate gli scudi». Lui: «Critiche sterili. I cori “camicia nera” e “boia chi molla”? Siamo stati provocati»

C’è un video, sulle tensioni e gli scontri di sabato scorso a Bologna con gli Antagonisti schierati contro il corteo organizzato dai neofascisti di Casapound, che sta causando polemiche e sollevando critiche. Protagonista di quelle immagini l’ex candidato sindaco a Como per Forza Nuova, Salvatore Ferrara. Lo si vede parlottare con i dirigenti della Questura e lo si sente esclamare, indicando i poliziotti in tenuta antisommossa che bloccavano il corteo: «Già siamo nervosi tutti... gli faccia abbassare gli scudi se vogliamo parlare». E alla richiesta ecco la voce di una funzionaria fargli eco, rivolta agli agenti: «Abbassate gli scudi».

Sui social - e non solo - quel video è diventato l’ordine impartito dagli estremisti di destra ai poliziotti ed eseguito da questi ultimi.

«Situazione complicata»

«È una polemica veramente sterile - la replica dello stesso Ferrara - Noi siamo stati bloccati in via Boldrini, mentre il nostro corteo doveva proseguire per piazza XX Settembre. Ci siamo trovati uno schieramento di forze dell’ordine con gli scudi alzati e pronti con i manganelli, visto che c’era in corso una trattativa con i dirigenti della Questura e visto che avevo 400 militanti, ho ritenuto giusto chiedere di abbassare gli scudi». E così è successo. Ferrara parla di «parapiglia mediatico» e di una «trattativa» che «non doveva neanche esserci, perché eravamo autorizzati».

«Il mio intervento da responsabile della rete dei Patrioti - spiega - era quello di abbassare i toni e non innervosire di più la situazione che era abbastanza complicata».

I cori fascisti

Abbassare i torni, dice l’esponente di estrema destra. Eppure dal corteo di Casapound si sono alzati cori inequivocabili come “camicia nera” e “boia chi molla”. Per abbassare i toni? «Le provocazioni che abbiamo ricevuto hanno portato a una breve deriva del nostro corteo - prova a giustificarsi, ma neppure troppo, Ferrara - Noi eravamo lì contro degrado e insicurezza. Ai cori degli antagonisti (i quali hanno intonato Bella Ciao, canzone simbolo della Resistenza antifascista ndr) ovviamente abbiamo risposto con qualche coro nostro, ma era un fuori programma».

Per il comasco leader del corteo di Bologna, foriero di tante tensioni, in realtà «la provocazione l’abbiamo subita noi per due ore e mezza: abbiamo ricevuto secchiate d’acqua, petardi. Altre Questure - polemizza criticando i dirigenti di Bologna - avrebbero gestito in maniera diversa: dai balconi la gente si affacciava e ci lanciava addosso di tutto. I cori sono stati il minimo». Il minimo in che senso? «Abbiamo fatto di tutto per non portare la tensione verso una guerriglia urbana».

Infine l’ex candidato sindaco dell’estrema destra in città se la prende pure con le informazioni, più che legittime, sul corteo e il suo itinerario pubblicate dai giornali: «Tengo a precisare che l’autorizzazione a noi data del percorso, chissà perché, dopo due ore è stata pubblicata su vari giornali, primo fra tutti il Resto del Carlino. È stato fatto per alzare i toni. Una fuga di notizie che fa riflettere». O, più semplicemente, un’informazione doverosa come accade ogni volta che si tiene un corteo in una città.

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