Prima rettrice all’Insubria, ma a Como le donne al vertice sono ancora l’eccezione

L’analisi Su 51 posizioni analizzate sul territorio, solo 13 hanno il nome di una donna: «Le aziende guidate da donne vanno bene. Servono modelli da seguire»

In più di 25 anni di storia dell’Università Insubria, non si era mai letto un nome femminile vicino alla più alta carica accademica, fino all’elezione, avvenuta due giorni fa, di Maria Pierro come rettrice. Quello universitario non è però il solo ambito, nel panorama comasco, che vede al vertice una donna, anche se il loro numero resta nettamente inferiore a quello degli uomini in posizioni apicali.

Le donne al vertice a Como sono 13

Dalla politica al mondo delle imprese, le comasche in posizioni di potere sono 13 su un totale di 50 ruoli presi in considerazione. Le donne restano insomma un’eccezione tra chi prende decisioni sul territorio comasco e quello universitario è, in Lombardia, l’ambito in cui le conquiste femminili promettono meglio: gli universitari comaschi che intendano proseguire i propri studi tra Como, Varese e Milano infatti hanno altissime probabilità di trovarsi in un ateneo a guida femminile. La nomina di Pierro si accoda a quella di poche settimane fa di Elena Beccalli, rettrice della Cattolica, e a quella di Marina Brambilla alla Statale, di Donatella Sciuto al Politecnico e di Giovanna Iannantuoni alla Bicocca. «Quello lombardo è un trend che in Italia non è affatto comune (il 16%, su un totale di 85 rettori nel Paese, ndr) - commenta Annarita Polacchini, ex amministratore delegato di Asf, ex presidente e consigliere di ComoNext, già componente del consiglio di presidenza di Unindustria, oltre che ex consigliere in Camera di Commercio ed ex coordinatrice del Tavolo per la Competitività, quest’ultimo ruolo che oggi copre un’altra donna, Gloria Bianchi - Ma spero che possa essere un trend duraturo, non solo nell’ambito accademico».

I nomi delle comasche al vertice indicano che i settori in cui le donne spiccano sul nostro territorio comprendono, oltre all’università, la cultura (di cui è esponente Simona Roveda, presidente del Teatro Sociale), la sanità (Mariella Enoc è procuratore speciale dell’ospedale Valduce), categorie professionali come l’Ordine degli avvocati guidato da Daniela Corengia, quello dei notai, guidato da Camilla Pellizzatti e quello degli architetti, che ha come presidente Margherita Mojoli, e la politica.

«Diverso stile di gestione»

Difficili da conquistare ancora invece gli ambiti più tecnici, in cui Polacchini ha avuto un’esperienza tale da saper raccontare cosa cambia quando al vertice delle imprese arrivano le donne: «Lo stile di management, direi. Anche se sono le competenze che contano, sia per gli uomini che per le donne, così come la capacità di prendere decisioni, quando c’è una donna al vertice i rapporti con i colleghi e i dipendenti sono diversi e lo stesso vale per l’approccio ad alcune questioni. Le performance delle aziende a guida femminile tra l’altro si confermano ottime».

Un’analisi di Cerved Rating Agency, realizzata quest’anno su un campione di 14mila imprese italiane, dimostrale donne ai vertici delle aziende favoriscono una riduzione del rischio di fallimento e un aumento della redditività.

Gli ostacoli

Eppure, conquistare alcuni ruoli resta per molte poco più che un sogno. «Sono tante le ragioni alla base di questa difficoltà - spiega Polacchini - alcune molto note, come la difficoltà per le donne di bilanciare vita personale e familiare con impegni lavorativi. Molte, purtroppo, rinunciano a priori, servirebbero decisamente più supporti». Non solo, anche il gender gap, ovvero il divario di genere per quanto riguarda la retribuzione, resta un ostacolo non banale e porta l’italia a occupare la 79esima posizione su 146 paesi analizzati.

La strada da fare è ancora molta anche perché non è sempre automatico che la presenza di una donna al vertice migliori la condizione delle altre. Lo conferma Polacchini, secondo la quale però «una donna in posizione di potere dovrebbe essere un vantaggio per le altre. Di certo, quello che offre una donna al vertice oggi è un modello, spinge cioè altre a provarci e questo è importante, perché chi non ci prova nemmeno è già sconfitta in partenza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA