Progetto lungolago: «Via altri alberi»
Ne spariranno alcuni anche ai giardini

In Comune la relazione del dirigente Di Bartolo: «Taglieremo ulteriori piante tra la diga e il Tempio Voltiano La pavimentazione? La Regione ha scelto, ma vorremmo intervenire per poterne posare una meno impattante»

Como

Confermato l’abbattimento dei tigli, via anche gli alberi tra la diga foranea e il Tempio Voltiamo, l’amministrazione promette comunque più verde sul futuro lungolago. Non piacciono gradini e aiuole, meglio pergolati e ciclabile, il Comune sta trattando con la Regione per avere una pavimentazione migliore.

Ieri si è riunita la seconda commissione consiliare per fare chiarezza sul progetto di “arredamento” del lungolago una volta conclusi i lavori per le paratie. L’amministrazione è convinta di fare in tempo e di avere quasi tutti gli elementi in mano, le questioni ancora aperte però sono molte, soprattutto in tema di verde. Per questo si attende la nomina di un esperto.

Alla presenza degli assessori Pierangelo Gervasoni, Marco Butti e Marco Galli è stato il dirigente del settore strade e opere Ciro Di Bartolo a illustrare i principali punti ai consiglieri. Intanto, il progetto della Regione «ha dei vincoli predefiniti e restituirà alla città un lungolago già illuminato, con una nuova biglietteria e delle cabine per i servizi delle opere idrauliche». L’intenzione, oltre ai tigli che occorre abbattere per fare spazio alle paratie, è «togliere buona parte delle piante sul lungolago Mafalda di Savoia, alberi che hanno sollevato la pavimentazione ormai da rifare e che si vuole sostituire con elementi verdi e fioriti». Più volte è stata ribadita la volontà di aggiungere e non sottrarre verde. Tanto che il dirigente ha immaginato sul finale della conferenza un terzo filare di alberi e il recupero dei pergolati presenti nel vecchio progetto, «perché arredano e ombreggiano».

Ma le compensazioni del verde si sommano anche alla prossima e tanto attesa riqualificazione dei giardini a lago che deve essere collegata. Il Comune lavora comunque su binari che hanno già una direzione, quelli segnati dalla Regione. Per esempio lungo la passeggiata alcuni pozzetti dovranno rimanere accessibili per far funzionare le paratie, sono presenti anche alcuni gradini da mitigare sempre garantendo la salita ai disabili rispetto al fronte strada. Ci sarà un tratto di ciclabile «inserendo una protezione con barriere a verde».

Infine la pavimentazione: quanto immaginato dalla Regione non convince il Comune. «Il materiale da posare come pavimento è stato scelto da Regione – ha detto Di Bartolo – c’è già un elenco dei prezzi, ma vogliamo trattare. Per una pavimentazione meno impattante intervenendo sul formato e anche sul colore». Tradotto non piastrelle, ma piastroni, con una cromatura più tradizionale e meno intensa. Scartate le aiuole perché vengono calpestate e devono spesso essere manutenute. Non è ancora stato toccato il tema panchine e sedute.

L’impressione è che molti punti debbano ancora essere fissati, soprattutto sul verde, occorre scegliere essenze e alberi più adatti. Possibile a breve l’avvio di un sondaggio d’opinione tra i cittadini, ma solo come iniziativa della Fondazione Volta. L’amministrazione si è comunque detta sicura di arrivare ad un progetto in tempo.

«Saremmo dei pazzi a non fare gli arredi – ha detto Gervasoni – o a lasciare il progetto a chi verrà dopo di noi. I soldi sono già stati stanziati, quasi 900mila euro, se serve ne metteremo altri».

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