Pronto soccorso, chi ha più di 80 anni deve attendere 15 ore

Sanità Due terzi degli ottantenni che accedono al “ps” potrebbero essere curati all’esterno dell’ospedale - Tra il triage e le dimissioni i tempi d’attesa si allungano

Circa due terzi degli over 80 che entrano in Pronto soccorso potrebbero trovare una risposta ai loro bisogni di cura fuori dall’ospedale.

Nel 2023 su 38.898 accessi al Pronto soccorso generale del Sant’Anna 6.649 hanno riguardato cittadini con più di 80 anni. È il 17% sul totale dell’utenza, un dato comunque significativo, gli over 80 rappresentano il 7% della popolazione residente. Bene, dei 6.649 pazienti anziani entrati nel reparto di emergenza urgenza solo 2.458 sono stati ricoverati, quindi il 33%. Gli altri due terzi con bisogni di cura meno urgenti sono stati rimandati a casa dopo i controlli. Età a parte bisogna pensare che circa il 70% degli accessi al reparto d’emergenza riceve un codice che i medici considerano lieve, bianco, verde e azzurro.

I tempi di attesa

Comunque, al contrario i pazienti più giovani, tutte le persone sotto agli 80 anni d’età, hanno registrato sempre nel 2023 un tasso di ricoveri dal Pronto soccorso pari al 67%. Quindi solo un terzo di loro è tornato a casa, gli altri sono stati portati in reparto.

È interessante anche conoscere i tempi d’attesa. Tra il triage e le dimissioni nel 2023 le ore trascorse al Pronto soccorso sono state in media 9,14 per tutti i pazienti sotto agli 80 anni. Davvero tante, sopra le otto ore indicate dalle linee regionali come tetto massimo. Se si guarda solo agli accessi in Pronto soccorso dei pazienti sopra agli 80 anni l’attesa media sale a 14,54 ore. Considerati i soli pazienti che hanno poi avuto bisogno di un ricovero l’attesa sotto agli 80 anni è stata pari a 12,49 ore mentre sopra agli 80 anni 19,5 ore.

Purtroppo tantissimi pazienti, in particolare le persone anziane e sole, per ragioni di carenza di personale, oppure di mancanze nell’offerta sanitaria, finiscono per bussare direttamente alla porta dell’ospedale. Succede soprattutto il sabato e la domenica, oppure dopo l’orario di lavoro, quando la medicina territoriale è scoperta.

Dunque dall’analisi di questi numeri l’Asst Lariana sta cercando di gestire meglio i pazienti più fragili, coloro che accedono al Pronto soccorso e che però potrebbero ricevere risposte esaustive negli ambulatori dei medici, dalle guardie mediche o dagli infermieri di famiglia. C’è per esempio un 1,1% di pazienti anziani over 80 che nel 2023 è andato al Pronto soccorso del Sant’Anna almeno cinque volte. L’ospedale sta cercando di contattare questi pazienti per farli seguire con il supporto del medico di famiglia in collegamento con gli specialisti di cui c’è necessità. Un modo questo per evitare ai pazienti cronici un viaggio che spesso disorienta e affatica.

Sperimentazione al via

Inoltre nel Canturino e nel Marianese a luglio parte una prima sperimentazione per prendere in carico i pazienti anziani più fragili, il medico di famiglia e gli specialisti dialogheranno con il supporto di un ambulatorio geriatrico nella casa di comunità.

«Il progetto predisposto per i pazienti anziani fragili è nato dall’analisi dei dati - osserva il direttore sanitario di Asst Lariana, Brunella Mazzei - l’obiettivo è ridurre i disagi dei pazienti e dei loro familiari ed evitare il più possibile, grazie all’integrazione ospedale e territorio, l’accesso in Pronto Soccorso. Si deve riuscire a prevenire l’insorgenza di episodi acuti, laddove possibile, e consentire il trattamento a domicilio del paziente, con un monitoraggio quotidiano del suo stato di salute».

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