Prove tecniche di alluvioni e disastri: il nuovo piano del Comune di Como per le emergenze

Servizi Per ciascuna criticità indicate le modalità di intervento e i responsabili da attivare - Sotto la lente i dissesti in via per San Fermo e in via Torno. Allagamenti simulati ad Albate

Dal rischio sismico all’esondazione (di gradi diversi, valutata senza l’utilizzo delle paratie poiché non ancora completate) e ancora smottamenti, allagamenti e frane. Per ciascuna tipologia di criticità vengono indicate le modalità di intervento e i responsabili da attivare in base alla gravità della situazione. È questo, in sintesi, il contenuto del nuovo piano di Emergenza del Comune di Como, che va ad aggiornare il precedente, che risaliva al 2016 e che dovrà ora essere approvato dal consiglio comunale così come il regolamento che organizza il servizio di volontari coordinato dal Comune e dalla Polizia locale.

Abitazioni, monumenti, turisti

Nel dettaglio vengono analizzati i possibili dissesti in via Per San Fermo (zona in cui si erano già verificati negli anni scorsi con conseguente chiusura della strada per le operazioni di messa in sicurezza) e le frane attive attualmente presenti su via Torno e tra San Donato e Garzola. Sotto la lente anche l’eventualità di un’esondazione del Cosia (nella zona di San Martino e in via Navedano) o del Breggia (dove era stata effettuata nel 2019 anche un’apposita esercitazione) e un allagamento di grosse proporzioni in via Borgovico oppure, sulla sponda opposta, in via Torno. Allagamenti simulati anche in via Frisia ad Albate, in via Bronzetti (sopra via Bixio) o in via Franscini a pochi passi dal confine svizzero. Dalla zona sopra Sant’Abbondio a via Rienza l’allarme potrebbe scattare per colate di detriti. In centro storico, invece, il codice rosso è quello per un possibile evento sismico, mentre per gli incendi le aree boschive sono quelle maggiormente attenzionate, Monte Goj in primis. Solo dal 2015 al 2019 tra il Monte Goj e la zona del Baradello sono stati nove gli incendi registrati, che hanno comportato una serie di prescrizioni sull’utilizzo del suolo e sui raccolti (compreso il divieto di raccogliere i prodotti del sottobosco).

In ciascuno scenario vengono considerati gli allarmi e le criticità oltre alla presenza di abitazioni e di monumenti storici, come pure di flussi turistici. Viene anche valutata la necessità di evacuare gli abitanti (con la predisposizione dei relativi centri di raccolta e di quelli di accoglienza per le situazioni più gravi) o la viabilità alternativa da mettere in atto per garantire gli spostamenti e vengono infine individuate anche le vie di fuga e quelle che devono essere utilizzate dai mezzi di soccorso. Qualsiasi scenario di rischio, compreso quello sanitario, viene preso in esame nei singoli dettagli. «Il regolamento – spiega l’assessore alla Protezione civile Michele Cappelletti – andava fatto entro fine luglio e quello predisposto recepisce le indicazioni di Regione Lombardia».

Incluse anche le esondazioni

«Per quanto riguarda, invece, l’aggiornamento del piano i possibili rischi sono quelli del 2016 a cui è sono state aggiunte indicazioni sulla galleria ferroviaria Monte Olimpino 2 (lunga 7 km e nella quale possono transitare convogli merci e passeggeri, ndr) e le collaborazioni con le autorità svizzere. Di fatto si va a regolamentare tutta la catena di intervento in caso di allarme: dai soccorsi agli avvisi alla popolazione ai referenti dell’amministrazione comunale. Sono incluse anche le esondazioni poiché non potevamo fare altrimenti, ma con le paratie ci auguriamo che questo scenario non si presenti più».

© RIPRODUZIONE RISERVATA