Provincia, Forza Italia candida indagato. Il coordinatore Gaddi: «Non lo sapevo»

Elezioni Accusato di esercizio abusivo della professione medica in un’inchiesta ancora aperta. Cristiano Fusi è consigliere a Monguzzo. Il segretario: « Avrei preferito che me lo dicesse lui»

La presenza del nome di Cristiano Fusi tra le candidature messe in campo da Forza Italia per il rinnovo del consiglio provinciale - notizia riportata ieri - ha creato qualche tensione tra gli azzurri. Fusi è un medico molto conosciuto nell’area dell’Erbese, è stato medico sociale del Milan, consigliere comunale a Merone, ex candidato sindaco per il Comune di Monguzzo, all’interno del cui consiglio comunale oggi siede ai banchi dell’opposizione, nonché marito del precedente sindaco Marisa Cesana, ora consigliere regionale.

Il fatto

Il nome di Fusi è stato indicato da Forza Italia insieme a quelli di Umberto Cappelletti, consigliere comunale a Cantù, e di Elena Rizzato, consigliere di opposizione a Maslianico, all’interno di una lista unitaria del centrodestra.

A creare scompiglio in Forza Italia è stata una vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto Fusi a partire dal 2020. Allora infatti il candidato degli azzurri fu oggetto di in un’indagine della Procura di Milano in concorso con ignoti per esercizio abusivo della professione medica. Il fascicolo d’indagine, chiuso da mesi, non è ancora approdato davanti al giudice.

Fusi era stato iscritto sul registro degli indagati in quanto, da medico, era accusato di avere delegato l’esecuzione di alcuni tamponi molecolari ai giocatori del Monza Calcio da personale professionalmente non qualificato.

«Non ne sapevo nulla fino a questo momento - è stato il commento di Sergio Gaddi, consigliere regionale e coordinatore provinciale di Forza Italia - E avrei preferito venire a conoscenza di questo fatto direttamente da lui».

Gli scenari possibili

Le indagini avviate dalla Procura di Milano non sono ancora sfociate in un’udienza e per il momento il ruolo di Fusi nella vicenda non è stato ancora chiarito.

Nel corso delle indagini è stata eseguita una perquisizione all’interno dell’abitazione del candidato di Forza Italia, con acquisizione del suo telefono personale e del suo portatile, oltre a perquisizioni anche sulla sua auto e all’interno dei suoi studi professionali. Dal punto di vista legale, va sottolineato, la candidatura di Fusi nelle file di Forza Italia per il rinnovo del consiglio provinciale ora come ora non è messa in discussione dalla presenza delle indagini a suo carico, dal momento che nessuna sentenza è stata emessa.

«Nel caso in cui dovesse esserci un rinvio a giudizio o una sentenza di colpevolezza, bisognerà valutare la situazione», ha affermato Gaddi, ribadendo da un lato l’innocenza, fino a prova contraria, del consigliere comunale di Monguzzo, ma sottolineando ancora una volta che sarebbe stato opportuno fare presente la situazione al momento della presentazione della nomina.

Fusi, contattato dal giornale, ha preferito non rilasciare dichiarazioni in merito alla vicenda.

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