Raccolta fondi online: «La mia Faenza sommersa dal fango. Cari comaschi, aiutiamola di nuovo»

La storia La testimonianza di una donna che vive tra Lario e Romagna. Lancia una raccolta fondi: «Colpiti dall’alluvione per la terza volta. Distrutte le case con i mobili donati da Como nel 2023»

Silvia Azzalini, originaria della provincia di Como, dove vive per metà del suo tempo, conosce la pioggia e il fango molto bene: li ha visti invadere la casa dei suoi amici e le vie della sua seconda città, Faenza in Emilia Romagna, per tre volte.

L’ultima settimana scorsa, quando una pioggia torrenziale ha colpito la bassa Romagna, riempiendo il letto del torrente Marzeno che, lì dove confluisce nel fiume Lamone, è straripato ed è finito nelle case dei faentini. «Ho visto l’alluvione abbattersi su amici e conoscenti per tre volte - racconta - e conosco la loro disperazione, la sfiducia negli aiuti dallo Stato (che non hanno mai visto, se non in minima parte nell’ultimo anno e mezzo e che li ha portati settimana scorsa a manifestare in piazza).

«Durante le alluvioni del 2023 ho fatto da ponte tra la provincia di Como e Faenza per portare aiuti, in tante forme diverse». Ora che, ancora una volta, l’acqua ha sfondato porte e portoni, si è infilata nei pertugi e ha gonfiato i muri, riempito le stanze, distrutto i mobili, anche Azzalini sente su di sé quella stessa frustrazione che le famiglie colpite dall’alluvione hanno testimoniato per le strade della città romagnola tra le più colpite dal fenomeno climatico estremo.

«Per nove mesi fuori casa»

«La mia casa non è stata colpita e non ero qui, a Faenza, quando settimana scorsa c’è stato il disastro, ma ho molti amici nelle zone della città più martoriate, come via Massimo d’Azeglio. Hanno perso tutto. E aiutarli non è più così semplice». La solidarietà comasca che tramite Azzalini si è fatta sentire in quest’area della città che si affaccia sul fiume Lamone, da dove l’acqua fuoiresce minacciosa, mangiandosi vegetazione e asfalto, quando le precipitazioni sono troppo intense, si è fatta difficile.

«Nel 2023 abbiamo portato a Faenza beni di prima necessità, cibo, materiale per le pulizie, ma anche mobili. C’è una famiglia che ha una cucina donata da una signora di Carugo e il frigorifero da una coppia di Cucciago che mi ha mandato la fotografia dello strato di fango che copre tutto... rientreranno a casa tra nove mesi, se tutto va bene, e non sono gli unici».Difficile quindi per Silvia organizzare i trasporti impegnativi che nel 2023 le avevano permesso di far arrivare a Faenza persino piccoli elettrodomestici.

La raccolta fondi

Ora, invece, Azzalini preferisce aiutare chi non ha più una casa con una raccolta fondi lanciata online (https://gofund.me/3f292c29) e destinata a nove famiglie, distribuite tra Faenza, Marzeno e Traversara, che conosce personalmente: «Hanno speso già i loro risparmi con la seconda alluvione, per ricomprare le auto e per la sistemazione strutturale di muri, impianti e caldaia - spiega Azzalini - Tanti hanno anche il mutuo o il finanziamento per la ristrutturazione della casa: hanno bisogno di noi, aiutiamoli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA