Brutale rapina in pieno centro storico: «Il basista? Ex dipendente della vittima»

Gli arresti La squadra mobile fa scattare le manette ai polsi di tre uomini sospettati dell’assalto. Pugni e botte a una donna sessantenne. Dopo il colpo si sono allontanati a bordo di un taxi

Da quella maledetta mattina di inizio aprile se deve spostarsi lo deve fare con un deambulatore. E la notte, ormai da otto mesi a questa parte, fatica a prendere sonno, perché costretta a convivere con depressione e attacchi di panico. Ora gli uomini accusati di aver trasformato la vita di una sessantenne comasca in un incubo sono finiti in carcere. Con l’accusa di rapina aggravata dalla crudeltà e lesioni aggravate. Tra loro pure un ex dipendente della vittima, accusato di essere il basista.

L’assalto

I poliziotti della sezione reati contro il patrimonio della squadra mobile di Como hanno portato in cella tre persone: due italiani e un cileno. Si tratta di Francesco Villani, 54 anni, domiciliato a Lipomo: sarebbe lui il basista. E poi Antonino Ciancio, 50 anni di Milano, tradito dal suo inconfondibile «collo alla Maurizio Costanzo». Infine Enrique Osvaldo Alvarez Gaona, 57 anni, residente pure lui a Milano: il più violento dei tre, nella ricostruzione degli investigatori.

Ora, sia chiaro: i tre sono in cella e sono accusati di reati gravissimi, ma non per questo possono essere definiti “i rapinatori”. E nonostante questo il giudice delle indagini preliminari di Como, Elisabetta De Benedetto, è convinta che vi siano elementi molto gravi a loro carico. Ricostruiti pezzo dopo pezzo e con pazienza dai detective della squadra mobile.

Il colpo risale alle 7.30 del mattino del 2 aprile scorso, in pieno centro storico. Mentre il presunto basista si piazza fuori dal portone della casa della vittima, i due complici aspettano che la donna apra la porta per andare al lavoro. Appena la vedono, la aggrediscono.

Uno dei due uomini «mi ha presa e buttata a terra. Mi ha picchiato in modo violento con molti pugni in faccia e al corpo e mi ha spinto in terra verso il bagno». Qui «mi ha messo in bocca il tappetino del bagno e lo spingeva per soffocarmi» e per non farla gridare. Intanto il complice si impossessa di 600 euro in contanti, un Rolex e gioielli per circa 15mila euro.

L’inchiesta

Il primo elemento che consente ai poliziotti della squadra mobile di sospettare dei tre arrestati sono le immagini delle telecamere di videosorveglianza puntate sulle strade del centro. Dopo giorni di visione e analisi vengono congelate una serie di foto. Tra queste i volti dei tre sospettati. Alla vittima viene sottoposto un album fotografico ed è proprio la donna a riconoscere «una fortissima somiglianza» tra uno degli uomini e Antonino Ciancio: «Mi è rimasto impresso il fatto che aveva il collo alla “Maurizio Costanzo”» spiega agli investigatori.

A confermare i primi sospetti ci pensa una fonte confidenziale di un poliziotto in servizio a un commissariato alle porte di Milano. Che parla di Ciancio e di Alvarez Gaona come autori di una brutale rapina in centro a Como. I due, racconta, si sono allontanati fuggendo in taxi. Gli agenti della Questura di Como si mettono sulle tracce del possibile tassista, e lo trovano. E lui, in effetti, individua tra le foto mostrate dai detective i suoi possibili passeggeri: Ciancio e Alvarez Gaona.

Ma tra i video di quella mattina nella zona attorno all’abitazione della rapina, ve n’è uno che attira l’attenzione dei poliziotti: l’uomo che, vedendo uscire dal portone della palazzina teatro del brutale assalto il marito della vittima, cambia strada di colpo. Chi è? Si tratta di Francesco Villani, che il marito della donna malmenata e derubata conosce bene. E che proprio per paura di essere riconosciuto avrebbe cambiato strada, alla vista dell’uomo. Il video riporta orario e data di quando è stato girato: mezz’ora prima della rapina.

I tre si trovano ora in carcere in attesa dell’interrogatorio di garanzia da parte del giudice.

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