Cronaca / Como città
Martedì 21 Gennaio 2025
Rapinese: «Anche i giudici perseguitano don Giusto?»
Il caso Rebbio Il sindaco commenta la sentenza del Tar che ha respinto la sospensiva sulla chiusura del Teatro Nuovo
Nel giorno in cui il Tar ha confermato l’impossibilità di organizzare eventi pubblici al Teatro Nuovo di Rebbio per l’assenza di idonea autorizzazione amministrativa, oltre che del certificato di prevenzione incendi, il sindaco Alessandro Rapinese rilancia rispedendo ai mittenti le accuse di accanimento nei confronti del parroco, don Giusto Della Valle.
«Stando alle affermazioni di politici del centrodestra e del centrosinistra (si riferisce agli attacchi arrivati dal consigliere regionale di Forza Italia Sergio Gaddi e dalla capogruppo del Pd in consiglio comunale Patrizia Lissi, ndr) - dice il primo cittadino - chiudere il teatro di Rebbio sarebbe stata una persecuzione nei confronti di don Giusto. Mi stupisce che anche il Tribunale amministrativo regionale stia perseguitando don Giusto e, adesso, vedremo se anche il Consiglio di Stato avrà intenzione di perseguitare don Giusto oppure se, semplicemente, don Giusto, come nel caso in cui sollecitò l’occupazione abusiva di immobili, abbia qualche difficoltà a capire che in questa Repubblica la legge vale proprio per tutti e proprio dappertutto. Quindi anche a Rebbio».
Non solo. Il sindaco di Como entra nel merito dell’atto finito sul tavolo dei giudici e, cioè, l’ordinanza di divieto di prosecuzione dell’attività firmata dal dirigente comunale alla fine di novembre. Il dispositivo, notificato all’inizio di dicembre, era stato emesso in seguito al parere negativo della Commissione comunale di vigilanza sui luoghi di pubblico spettacolo.
«Faccio notare – aggiunge Rapinese - che il Comune in questa procedura si è occupato solo di un pezzettino e, quindi, non capisco come mai i politici di destra e di sinistra abbiano parlato di persecuzioni operate solo dal Comune e non anche, ad esempio, dai Vigili del fuoco e da tutti gli altri soggetti che fanno parte della Commissione comunale di vigilanza».
Infine il sindaco ribadisce il divieto di utilizzo del teatro: «Ora, considerato che nonostante l’ordinanza fosse valida e comunicata, a Rebbio scientemente hanno deciso di violarla (il riferimento è agli spettacoli comunque messi in scena nelle scorse settimane, ndr), spero che sia chiaro che non deve più succedere e che la scusa accampata del fatto che fosse pendente un ricorso non possa più essere spesa per confondere le acque nei confronti dell’opinione pubblica. Ai partiti e a tutti coloro che non capiscono i potenziali rischi di simili violazioni dico solo di farsi seri e di smetterla di giocare con il fuoco».
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