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Cronaca / Como città
Martedì 18 Febbraio 2025
Rapinese contro il Pd sulla mozione di solidarietà alle città gemellate in Palestina e Israele: «Fuffa, siete degli incapaci»
Como Scontro in aula consiliare su una mozione dei consiglieri dem a sostegno del ruolo della città come messaggera di pace. Il sindaco: «Niente di concreto, mai detto un no più convinto nella mia esperienza politica»
«Questa è una mozione fuffa, è super fuffa ed è fuffa pericolosa. Un no così convinto nella mia esperienza politica non l’ho mai trovato: no, tenetevi la vostra fuffa, grazie». Con queste parole nella serata di lunedì 17 febbraio, durante il primo consiglio comunale del 2025, il sindaco Alessandro Rapinese ha espresso parere di voto contrario alla mozione (poi respinta) presentata dai consiglieri del Pd Patrizia Lissi, Stefano Legnani, Eleonora Galli e Stefano Fanetti per esprimere solidarietà alle città di Nablus (situata in Palestina, Cisgiordania) e di Netanya (situata in Israele) gemellate con la città di Como.
Como città messaggera di pace dal 1985
Questo il testo della mozione presentata dai consiglieri dem: «Premesso che Como è tra le prime città al mondo insignite del titolo di “città messaggera di pace” dalle Nazioni Unite, riconoscimento accordato a Como già a partire dal 1985, in seguito all’impegno della città per la realizzazione della cultura di pace all’interno dei suoi confini. Fu il segretario generale delle Nazioni Unite a presentare ufficialmente Como a Verdun, in Francia. Considerato il periodo storico in cui viviamo, con i conflitti in corso sempre più aspri e complessi, che coinvolgono tra le altre le città gemellate con Como, si impegna il sindaco e la giunta a far sentire la solidarietà della nostra comunità alle due città con noi gemellate che vivono oggi lo sconvolgimento del conflitto».
L’obiettivo della mozione, poi meglio specificato dalla consigliera Lissi e dal consigliere Legnani, era quello di «riempire di contenuto il gemellaggio e dare un contributo aprendo un canale di comunicazione e di confronto con loro, se possibile invitarli a Como o anche semplicemente sentirli per sapere come stanno vivendo questo periodo drammatico».
«Proposta artificiale»
«Siamo gemellati con queste città, con l’una dal 1998 e dal 2004 con Netanya, iniziative non ne sono state prese da moltissimo tempo, anche in tempo di pace - ha detto nel corso della discussione il presidente del consiglio comunale, Fulvio Anzaldo - Non creiamo equivoci: Como è città messaggera di pace, questo è il messaggio forte che la città deve dare ed è solidale con tutte le popolazioni che vivono condizioni difficili. Però questa mozione, proprio perché è una mozione e quindi un documento politico, ha un contenuto politico. Non possiamo prescindere da un significato politico, in quest’aula. Queste città vivono a una certa distanza dalla striscia di Gaza dove è in corso il conflitto bellico e soprattutto mi viene anche da dire che la solidarietà, per definizione, è un atteggiamento rispondente a una sostanziale convergenza di idee, interessi e sentimenti. Mi chiedo: in una situazione geopolitica estremamente complessa, in cui non è il caso che noi entriamo in maniera superficiale, come possiamo essere solidali con l’una e con l’altra? Mi sembra una contraddizione. Trovo che sia una proposta artificiale».
Quindi il consigliere dem Legnani ha sottolineato l’intento solidale della mozione, appoggiato anche dagli altri gruppi di minoranza, in particolare da Svolta Civica, il cui parere favorevole è stato espresso da Barbara Minghetti, da Forza Italia, il cui parere favorevole è stato espresso invece da Giordano Molteni, e da Lorenzo Cantaluppi che si è espresso per il gruppo di Fratelli d’Italia. «Ci sono territori che stanno soffrendo per una guerra e cittadini comuni che non hanno nessuna colpa di quello che sta succedendo e che sono vittime di anni di tensione e conflitto - ha detto Legnani - Noi non stiamo dando ragioni o colpe, siamo vicini a loro. Non vogliamo dare un giudizio storico o politico su quello che sta succedendo».
«Nessuna concretezza»
Contrario il parere di giunta espresso dal sindaco Alessandro Rapinese: «Questa è la mozione dei buoni e francamente la catalogherei nelle mozioni fuffa. Non c’è una cosa concreta: esprimete solidarietà a chi si sente vittima di un’aggressione, a chi pensa che una delle due parti del conflitto ne stia commettendo peggio di Bertoldo, ma voi siete buoni, buoni, buoni e mandate questa mozione fuffa a chi? Mettetela sulla vostra carta del Pd e mandatela, se ci sarà qualcosa di concreto siamo qui. Se non vi sentite ancora abbastanza buoni, di certo non saremo noi a cercare di migliorare la vostra coscienza. Visto che siete degli incapaci (il sindaco ha poi aggiunto, a seguito delle proteste del presidente del consiglio, che intendeva dire «incapaci politici» , ndr) avete partorito una mozione fuffa allo stato puro».
Contro le parole del sindaco si è infine espresso, in fase di dichiarazione di voto, il consigliere forzista Giordano Molteni: «Non ci sono di mezzo viabilità, le scuole, gli asili, le mense... c’è di mezzo quello che è l’essere umano all’interno di una società e di un mondo che noi stiamo costruendo. La risposta che il sindaco ha dato su questo tema deve essere sostenuta da principi, da una morale, che in questa fase finale del nostro consiglio comunale stiamo dimostrando di non avere».
La mozione è stata respinta con 17 voti contrari espressi dal gruppo di maggioranza in aula consiliare (il consigliere di maggioranza Emilio Casati non ha espresso il proprio voto) e 10 favorevoli da parte dei gruppi di minoranza.
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